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Ne sentiamo molto parlare. Ma cos’è il Copyright? Quando si applica? Scopriamo dunque con l’intervento di oggi la sua storia e il suo utilizzo. Prima di tutto chiariamo che il termine copyright racchiude l'insieme delle normative sul diritto d'autore in vigore nel mondo anglosassone e statunitense. In Italia ha assunto un significato che indica le norme sul diritto d'autore, da cui in verità il copyright si differenzia sotto vari aspetti.

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Precisiamo che è abbreviato con il simbolo ©. Quando questo simbolo non è utilizzabile si riproduce con la lettera "c" posta tra parentesi: (c) o (C). Le prime normative sul diritto di copia furono emanate dalla monarchia inglese nel XVI secolo con la volontà di operare un controllo sulle opere pubblicate nel territorio.

Ai detentori di diritti editoriali furono concessi i privilegi di duplicazione su ogni edizione, includendo un effetto retroattivo anche per le opere già pubblicate in precedenza. Ogni nuova opera veniva registrata nell'elenco della corporazione a nome di uno dei suoi membri, che quindi ne acquisiva il diritto d'autore, ovvero l'esclusività di pubblicazione. Quindi, il diritto d'autore nasceva come un diritto dell'editore, un diritto sul quale l'autore dell'opera non poteva esigere alcun guadagno o beneficio.

Alla fine del XVII secolo, con la diffusione delle ideologie liberali nella società, si attenuarono le politiche di censura e si pose fine al monopolio delle élite editoriali. Ciononostante, sostenendo che gli autori non avessero le capacità di distribuire e stampare autonomamente le proprie opere, gli editori conservarono tutti i privilegi che avevano accumulato nel passato, attribuendo agli autori stessi dei diritti di proprietà sulle opere da loro create. Tuttavia, fu aggiunta la clausola che tale proprietà potesse essere trasferita ad altri mediante contratto.

Su quali piattaforme è valido

Nel XX secolo, l'emergenza di dispositivi di riproduzione, in particolare computer e internet, ha scosso uno dei fondamenti del copyright tradizionale: ovvero il costo e la complessità di replicare e diffondere le opere a livello geografico, attività fino ad allora gestite dalla corporazione degli editori in cambio di una remunerazione adeguata o di cessione dei diritti da parte degli autori. Questo cambiamento ha reso la protezione del copyright, come concepito tradizionalmente, molto ardua e ha aperto nuove opportunità per gli autori.

Il primo episodio che ha avuto un impatto internazionale si è verificato tra la fine del XX secolo e l'inizio del XXI secolo con quello che è conosciuto come il caso Napster. Questo sistema, tra i primi a permettere la condivisione gratuita di file musicali, ha riscosso un successo straordinario all'alba del nuovo millennio. Tuttavia, la chiusura di Napster nel 2002, causata dalle lamentele degli editori che vedevano in questo sistema una minaccia ai loro introiti, ha fornito solo una soluzione temporanea ai problemi esistenti. Nuove piattaforme di condivisione di file gratuita sono emerse per sostituire il Napster originale, rendendo di fatto inutile l'obiettivo della sua chiusura. Gli esperti del settore dell'intrattenimento sostengono che una diminuzione costante nelle vendite di CD musicali sia stata causata dall'emergere di questi sistemi e dall'obsolescenza progressiva della tecnologia precedente, dovuta principalmente all'elevato costo di acquisto del materiale originale. Questo avrebbe avuto un impatto negativo soprattutto sul sistema rigido dell'industria discografica. Tuttavia, ci sono studi di grande rilievo che affermano il contrario.

La pratica dello scambio e della condivisione di file (file sharing) di materiale protetto da copyright si è sviluppata e diffusa con l'avvento delle tecnologie informatiche e del web, e in particolare grazie al sistema peer-to-peer. La rapidità di tale diffusione e sviluppo ha reso difficile per il diritto industriale internazionale tenere il passo. Molti analisti internazionali indicano infatti l'esistenza di lacune legislative che non sono state colmate in modo uniforme.

Il copyright su Youtube

Con l’avvento di Internet sono nate anche numerose piattaforme web tra le quali Youtube è senza ombra di dubbio la più grande. Su questa piattaforma si possono caricare e rendere pubblici dei video in modo estremamente semplice e veloce. Ma non soltanto, infatti, è possibile dare vita a dei canali in cui si possono pubblicare numerosissimi video e contenuti, anche in modo illimitato, che, se raggiungono un numero alto di visualizzazioni possono anche, dare luogo a guadagni tramite la presenza di spot pubblicitari. Però ci sono determinate regole che non consentono di pubblicare alcuni video che sono già presenti sulla rete o che siano protetti dal copyright, cioè dai diritti d'autore. Ci sono dei modi però in cui si possono evitare i problemi di copyright in cui si può incorrere su Youtube.

Infatti, su Youtube, c’è la possibilità di poter condividere semplicemente dei video con frasi e parole e un sottofondo musicale preferito, anche se il contenuto musicale che si vuole usare è protetto dai diritti d’autore.

Se viene aperta la schermata principale di Youtube e si digitano le parole chiave per avviare la ricerca di un contenuto multimediale si aprirà, conseguentemente, la lista dei risultati e in alto a sinistra nell'apposito spazio è presente il bottone "filtri"; che una volta attivato rimanda ad un menu a tendina in cui si differenziano i sottotitoli: prima "Data di caricamento", poi "Tipo di risultato", in seguito "Durata", "Caratteristiche" e, infine, "Ordina per pertinenza". Nel sottotitolo con la scritta "Caratteristiche" si troverà la dicitura "Creative Commons", che altro non è se non la licenza che dà la possibilità di usufruire delle opere realizzate da altri in alcune modalità.

Da qui appariranno tutte le opere di creazione da parte di terzi che fanno parte di questa licenza. Specificatamente, la licenza che Youtube mette a disposizione è la CC-BY, cioè il "riutilizzo consentito". Questa, quindi, dà la possibilità di riproporre al pubblico l'opera prescelta; inoltre, è possibile effettuare alcune modifiche all’opera; e si può, altresì, utilizzarla a fini commerciali. Solitamente, però, bisogna dichiarare a chi appartiene l0opera che si sta usando e citarne la fonte. In sostanza, non ci si può dichiarare artefici della stessa.

Il database delle opere con la suddetta licenza, su Youtube, è in continuo aggiornamento e, quotidianamente, se ne aggiungono di nuove, quindi, la possibilità di usare video altrui per modificarli, evitando di violare il copyright, sono molto numerose.

il copyright

Per quanto riguarda le immagini, il diritto d’autore è regolato, per la gran parte dalla legge 22 aprile 1941, riguardanti i “diritti sulle opere ingegneristiche e sulle invenzioni industriali”.

Questa è però una legge molto vecchia, che non include il mondo del digitale, dove la diffusione di immagini è a dir poco virale e il rischio che altri si prendano il merito di una foto o un immagine che in realtà non hanno prodotto è alto.

Per questo motivo, nel 2000 è stata istituita la legge n. 248, volta a combattere la pirateria sul web.

Nello specifico, questa legge elargisce delle norme contro la duplicazione dei software, fatta in modo abusivo e la vendita degli stessi.

Un discorso a parte si deve fare per i loghi, infatti per un semplice utente non è mai facile capire quali sono le leggi che ne regolano l’utilizzo. Un consglio, è quello di accertarsi, direttamente sul sito a cui appartiene il logo, sulle condizioni di utilizzo. Infatti dovrebbe essere l’azienda stessa a dare delle direttive chiare riguardo allo sfruttamento di quella determinata immagine.

Tornando alle immagini dobbiamo fare una distinzione tra immagini semplici e immagini artistiche, infatti ci sono delle piccole accortezze che bisogna sapere per non confondersi e incorrere in sansioni.

Nel primo caso il fotografo può rivendicare i diritti di riproduzione, diffusione e spaccio, togliendo il caso particolare in cui la fotografia gli sia stata commissionata sotto un contratto lavorativo.

Per quanto riguarda le foto di natura artistica invece, queste vengono considerate come opere di ingegno e la tutela del diritto d’autore permane fino al settentesimo anno dalla morte dell’autore.

vopy

Parlando di immagini, mi sembra doveroso fare un cenno ai diritti di autore su Instagram, parliamo infatti di un social dove la pubblicazione di immagini è all’ordine del giorno.

Per sapere quali sono gli estremi per poter rivendicare i diritti su un’immagine basta andare nella sezione “termini di base e condizioni d’uso”. Se la segnalazione effettuata rientra negli estremi del regolamento, una volta arrivata a chi di dovere, la foto “contaminata” verrà rimossa e chi l’ha pubblicata verrà informato dell’accaduto. Se la persona non ritiene di aver commesso nessuna azione illecita, pubblicando quel contenuto, potrà contanttare il ricorrente per discutere la questione. Se invece ignora la segnalazione e continua a pubblicare contenuti fuori dalle regole il suo account verrà eliminato.

Le recenti riforme sul diritto d'autore e copyright 

Gli artisti, i musicisti, gli scrittori, i pittori, i registi e tutti coloro che hanno a che fare con opere d'ingegno e frutto della propria creatività sanno benissimo quanto sia importante e spesso difficile difendere il proprio diritto d'autore da possibili espropriazioni delle loro creazioni senza autorizzazioni o concessioni. Da sottolineare inoltre che il diritto d’autore è disciplinato dalla Legge 22 aprile 1941, n. 633, la sua violazione può essere quindi punibile per legge.

Cosa dice la Convenzione Universale sul Diritto d’Autore (CUA)

La salvaguardia delle opere artistiche e del loro intrinseco valore ha sempre rappresentato un settore giuridico significativo, spesso pervaso da contraddizioni e disputazioni. Al fine di risolvere tali questioni, nel corso degli anni, le nazioni hanno adottato diverse convenzioni. La più rilevante di queste è la Convenzione Universale sul Diritto d'Autore.

La Convenzione fu sancita a Ginevra il 6 settembre 1952 da 32 nazioni, tra cui l'Italia. Quest'ultima ha visto la Convenzione entrare in vigore a partire dal 26 gennaio 1957.

In passato, le opere letterarie e artistiche erano regolamentate dalla Convenzione di Berna del 1886, alla quale però gli Stati Uniti non avevano aderito. Successivamente, la Convenzione, la dichiarazione, la risoluzione e i tre protocolli sono stati rivisti e ratificati a Parigi il 24 luglio 1971, sostituendo le disposizioni precedentemente firmate a Ginevra.

Lo scopo era quello di istituire un insieme di normative condivise da tutti gli Stati aderenti, con l'intento di instaurare un sistema universale di tutela per le opere letterarie, scientifiche e artistiche provenienti da tutti i paesi. L'idea era di garantire il rispetto dei diritti dell'autore e di facilitare la diffusione delle opere creative, promuovendo così l'ingegno umano.

La disciplina del diritto d'autore

La legislazione italiana sul diritto d'autore prevede l'attribuzione di un insieme di diritti a chi ha creato un'opera originale e creativa, con l'obiettivo di garantirgli sia diritti morali che economici. Questo ambito è regolato dalla Legge 22 aprile 1941, n. 633, la cui disposizioni sono state aggiornate nel corso del tempo per conformarsi a diverse normative dell'Unione Europea.

Sono protette dalla legge le opere originali e creative in diversi ambiti, che includono:

  • la letteratura
  • la musica, includendo opere e composizioni musicali, con o senza parole
  • le arti figurative, come scultura, pittura, disegni, incisioni
  • l'architettura, includendo disegni, opere architettoniche e disegni industriali
  • il teatro, comprendendo opere coreografiche e pantomime
  • il cinema, con opere cinematografiche, sia muti che con sonoro, e fotografie

La legge protegge anche le cosiddette elaborazioni creative, come le traduzioni in altre lingue e le trasformazioni da una forma letteraria o artistica in un'altra. Il diritto d'autore prende effetto nel momento in cui l'opera viene creata, quindi non è necessario depositare, registrare o pubblicare l'opera per ottenere tali diritti. L'autore ha il diritto di utilizzare la propria opera in ogni forma e modo. Il diritto d'autore conferisce al creatore di un'opera una serie di diritti esclusivi per impedire ad altri di utilizzare l'opera a fini economici. In particolare, la legge riconosce i seguenti diritti esclusivi:

  • pubblicazione
  • riproduzione
  • trascrizione
  • esecuzione, rappresentazione o recitazione pubblica
  • comunicazione al pubblico
  • distribuzione
  • traduzione e/o elaborazione
  • vendita
  • noleggio e prestito

Ciascuno di questi diritti è indipendente dagli altri.

Chi si occupa del Copyzero 

Ne sentiamo parlare in continuazione ma cosa vorrà mai dire? E soprattutto come si interpretano le sue limitazioni? Chiariamo attraverso questa mini guida il valore del Copyzero, un meccanismo di tutela delle opere dell'ingegno che sfrutta la firma elettronica qualificata e la marca temporale. Questo meccanismo consiste nel convertire un'opera dell'ingegno in formato digitale e nell'applicare sul file relativo la firma elettronica qualificata (che individua l'autore dell'opera) e la marca temporale (che indica l'esistenza dell'opera ad una data certa).

Ricordiamo che una marca temporale è una sequenza di caratteri che rappresentano una data e un orario per verificare l'effettivo avvenimento di un certo evento. La data è di solito mostrata in un formato consistente, in modo che sia facile da paragonare con un'altra per stabilirne l'ordine temporale. La pratica dell'applicazione di questa marca temporale è detto timestamping. L'apposizione della marca temporale emessa da un ente certificatore accreditato presso il CNIPA ha lo stesso valore probatorio del deposito presso la SIAE, ma un costo molto minore.

Per chiarire meglio sottolineiamo che la Società Italiana degli Autori ed Editori (SIAE) è un ente pubblico economico a base associativa, preposto alla protezione e all'esercizio dei diritti d'autore. La SIAE agisce come ente intermediario tra il pubblico e i detentori dei diritti, occupandosi di: 

  • concedere licenze e autorizzazioni per lo sfruttamento economico di opere, per conto e nell'interesse degli aventi diritto
  • percepire i proventi derivanti dalle licenze/autorizzazioni
  • ripartire i proventi tra gli aventi diritto. 

Oltre a tutto questo può esercitare altri compiti correlati con la protezione delle opere dell'ingegno e può incaricarsi del servizio di accertamento e di percezione di tasse, contributi, diritti. La marca temporale dunque può essere utilizzata in giudizio fino a20 anni dalla data della sua emissione. Gli strumenti utilizzati da Copyzero infine sono il dispositivo della firma elettronica qualificata e il relativo lettore (acquistabile presso un qualunque rivenditore di materiale informatico).

Cos’è la SIAE

La SIAE (Società Italiana degli Autori ed Editori) è un ente pubblico economico a base associativa, la quale è preposta a proteggere ed esercitare l’intermediazione dei diritti d’autore. Oltre a questo può esercitare anche altri compiti che sono collegati con la protezione delle opere d’ingegno.

La SIAE, viene amministrata da “Autori ed Editori” i quali svolgono la funzione attraverso organi sociali eletti da loro e tra loro. I compiti e la composizione degli Organi Sociali della SIAE sono regolati dallo statuto della società. Sono organi della Società l’Assemblea, il Consiglio di sorveglianza, il Consiglio di gestione e il Collegio dei revisori. Inoltre ci sarà il direttore generale che eserciterà i poteri di direzione, coordinamento, organizzazione del personale eccetera.

Il deposito

L’autore potrà depositare l’opera di cui è personalmente il creatore, per preservare i suoi diritti su di essa, la quale, al momento del depositamento, diverrà esclusivamente del creatore dell’opera e di nessun altro. La SIAE eserciterà da quel momento, per conto dei rispettivi detentori i diritti morali e di utilizzazione economica della propria creazione.

Il deposito non è obbligatorio in quanto il diritto d'autore, per sua natura, sussiste sin dalla creazione dell'opera e quindi possono essere usati altri mezzi per la dimostrazione della titolarità dei diritti, come ad esempio Copyzero.

Iscriversi

Un autore può affidare la tutela delle proprie opere alla SIAE, utilizzando un rapporto che può essere di associazione o semplicemente di mandato. Ci sarà ovviamente un costo per l’iscrizione alla SIAE che dovrà essere poi rinnovata ogni quattro anni con dei costi particolari.

Successivamente, a partire dal 1° Gennaio 2015, la SIAE ha modificato il proprio regolamento, permettendo l’iscrizione gratuita agli autori sotto i 30 anni, mentre in precedenza tale vantaggio era concesso solamente agli autori minorenni. Comunque sia, l’iscrizione alla SIAE per la tutela delle opere non è obbligatoria, eccetto per il diritto di effettuare ritrasmissione via cavo, che in Italia è poco utilizzata.

Autore: Avvocato Giacomo Locopo

Immagine di Giacomo Locopo

Nato a Catania il 25 febbraio 1970, l'avvocato ha conseguito la laurea in Giurisprudenza presso l'illustre Università degli Studi La Sapienza di Roma. Attualmente, è iscritto all'Albo dell'Ordine degli Avvocati nella città di Palmi, dove esercita la professione legale con competenza e dedizione.