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Per quanto riguarda la procedura di fallimento di un'azienda, impresa o società, esistono diverse figure ad esso preposte denominate Organi del fallimento, secondo le norme del diritto commerciale, artt. 23-41 della Legge Fallimentare.

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Vediamo ora la figura del giudice delegato, rientrante nella categoria dei magistrati ovvero un professionista autonomo, che tramite una serie di contratti ha garantito il pagamento di uno stipendio o mensilità e, di conseguenza, di un guadagno fisso e ragguardevole, che gli consenta il regolare pagamento di tasse e imposte.

Il decreto legislativo del 9 gennaio 2006 ha introdotto importanti cambiamenti nel ruolo del giudice delegato nel procedimento fallimentare in Italia. Prima del 2006, il giudice delegato aveva un ruolo di grande importanza e centralità nel procedimento fallimentare. Era responsabile della direzione delle operazioni e aveva un ruolo attivo e di guida nel procedimento.

Tuttavia, con il decreto del 2006, il ruolo del giudice delegato è stato modificato. Non è più responsabile della direzione delle operazioni, ma piuttosto ha un ruolo di vigilanza e controllo sulla regolarità della procedura fallimentare. Questo significa che il giudice delegato ha il compito di assicurarsi che il procedimento si svolga secondo la legge e le regole stabilite.

Questo cambiamento ha ridotto il potere del giudice delegato nel procedimento fallimentare, rendendolo meno centrale e più un osservatore e un controllore. Tuttavia, rimane una figura fondamentale per assicurare il corretto svolgimento della procedura fallimentare.

Scopriamo meglio quali sono le funzioni del Giudice Delegato

Il giudice delegato è una figura importante nel procedimento fallimentare. Come hai menzionato, è un professionista autonomo, spesso un giudice del tribunale fallimentare, a cui sono delegati specifici compiti nel corso del procedimento. Ecco una descrizione dettagliata dei suoi compiti:

  1. Riferire al tribunale: Il giudice delegato deve informare il tribunale di ogni questione che richiede un intervento da parte del collegio.
  2. Convocare il curatore e il comitato dei creditori: Il giudice delegato deve convocare il curatore e il comitato dei creditori quando necessario.
  3. Liquidare i compensi
  4. Provvedere ai reclami
  5. Autorizzare il curatore a stare in giudizio
  6. Revocare gli avvocati del giudizio
  7. Nominare gli arbitri: Su proposta del curatore, il giudice delegato nomina gli arbitri.
  8. Accertare i crediti e i diritti reali: Deve accertare i crediti e i diritti reali vantati dai terzi.
  9. Approvare il programma di liquidazione: Ha il potere di approvare il programma di liquidazione presentato dal curatore.

I poteri del giudice delegato sono sanciti da varie normative, con l'articolo 25 del Codice di Procedura Civile che ne rappresenta uno degli elementi centrali.

L’art. 25 indica una serie di poteri:

  • Il giudice delegato, rientrante nella categoria dei magistrati  esercita solo funzioni di vigilanza e di controllo sulle irregolarità della procedura.
  • Egli emette o provoca dalle competenti autorità i provvedimenti urgenti per la conservazione del patrimonio. Tuttavia non possono rientrare in questa categoria di atti, alcuni provvedimenti come quelli riguardanti i sequestri o i provvedimenti d’urgenza in quanto vi sarebbe un palese conflitto con norme elementari del diritto processuale. Infatti, il giudice delegato può emettere solo quei provvedimenti a contenuto decisorio che la legge gli abbia espressamente attribuito, mentre è da escludere in modo categorico che ad un giudice possa essere riconosciuta la legittimazione attiva per la richiesta di un qualunque provvedimento giurisdizionale dinanzi ad un altro giudice.
  • Il giudice delegato convoca il curatore e il comitato dei creditori nei casi prescritti dalla legge e ogni qual volta lo ravvisi opportuno per il corretto e sollecito svolgimento della procedura.

Vi sono altri poteri sottratti al giudice delegato dalla riforma. Ad esempio:

  • autorizzava il curatore a nominare le persone la cui opera era richiesta nell’interesse del fallimento di un'azienda, impresa o società , mentre oggi a ciò provvede direttamente il curatore;
  • nominava gli avvocati per le liti della procedura, mentre oggi la nomina dei difensori spetta direttamente al magistrato curatore;
  • autorizzava il curatore a compiere gli atti di straordinaria amministrazione, mentre oggi tali atti possono essere compiuti dal curatore previa autorizzazione del comitato dei creditori e avvocati.

giudice delegato

La riduzione dei poteri è stata giustificata dalla necessità che questi sia terzo ed imparziale rispetto alla procedura di fallimento di un'azienda, impresa o società.

La serie di provvedimenti che vengono pronunciati dal questa figura risultano essere dotati della caratteristica di decreto motivato.

Presentare ricorso contro i decreti emessi da giudice delegato

Quando si affronta una controversia legale, è fondamentale comprendere i vari strumenti a disposizione per tutelare i propri diritti. Uno di questi strumenti è rappresentato dal ricorso contro i decreti emessi da un giudice delegato.

Motivi per presentare un ricorso

Ci possono essere diversi motivi per cui una parte coinvolta nel processo desidera presentare un ricorso contro un decreto emesso da un giudice delegato. Ad esempio, potrebbe essere convinta che la decisione sia errata o non in linea con la legge o le norme procedurali. In alcuni casi, potrebbe anche essere un modo per guadagnare tempo o ottenere una revisione più approfondita del caso da parte di un giudice diverso.

Il processo di presentazione del ricorso

Per presentare correttamente un ricorso contro un decreto emesso da un giudice delegato, è importante seguire una serie di passaggi. In genere, il primo passo consiste nel redigere una memoria di ricorso, in cui vengono esposti i motivi specifici per cui si contesta la decisione presa. È fondamentale fornire argomentazioni solide e supportarle con riferimenti alla legge o alla giurisprudenza pertinente.

Successivamente, la memoria di ricorso deve essere presentata presso l'ufficio del giudice competente entro il termine stabilito dalla legge o dal regolamento. È importante rispettare rigorosamente i tempi previsti, in quanto la mancata presentazione del ricorso entro il termine prescritto può comportare la decadenza del diritto di appellarsi.

Presentare un ricorso contro un decreto emesso da un giudice delegato è un passo importante nel perseguimento della giustizia e nella tutela dei propri diritti. È un processo che richiede attenzione ai dettagli e una comprensione adeguata delle leggi e delle norme procedurali. Se si è insoddisfatti di una decisione presa dal giudice delegato, è consigliabile consultare un avvocato esperto che possa guidare attraverso il processo di presentazione del ricorso in modo corretto e tempestivo. 

FAQ

Quali sono i compiti del giudice delegato al fallimento?

Il giudice delegato al fallimento è un magistrato che ha il compito di sorvegliare la procedura fallimentare, assicurando che essa si svolga secondo le norme di legge e che i diritti dei creditori siano tutelati.

Il giudice delegato ha un'ampia gamma di poteri, tra cui:

  • Nominare il Curatore fallimentare;
  • Approvare il programma di liquidazione del patrimonio fallimentare;
  • Autorizzare la vendita dei beni fallimentari;
  • Decidere sulle impugnazioni proposte dai creditori;
  • Approvare il piano di riparto dei beni tra i creditori.

Il giudice delegato è un organo fondamentale della procedura fallimentare e il suo ruolo è determinante per il buon andamento della procedura.

Come avviene un Processo giudiziario?

Il processo giudiziario è un procedimento che si svolge davanti a un organo giurisdizionale, con il fine di risolvere una controversia tra due o più parti.

Si svolge in due fasi: la fase di cognizione e la fase di esecuzione.

La fase di cognizione è la fase in cui il giudice accerta i fatti oggetto della controversia e prende una decisione.

La fase di esecuzione è la fase in cui il giudice fa eseguire la sua decisione.

Il processo giudiziario può essere iniziato da una delle parti in causa, che presenta una domanda al giudice. La domanda deve contenere l'indicazione delle parti in causa, l'oggetto della domanda, le ragioni della domanda e le prove che si intendono portare a sostegno della domanda.

Il giudice, ricevuta la domanda, fissa la data dell'udienza di comparizione delle parti. All'udienza, le parti hanno la possibilità di discutere la domanda e di presentare le loro prove. Il giudice, dopo aver ascoltato le parti e le prove, prende una decisione.

La decisione del giudice può essere favorevole a una delle parti o può essere di rigetto. Se la decisione è favorevole a una delle parti, la parte vittoriosa può richiedere l'esecuzione della decisione. L'esecuzione della decisione è il procedimento con cui il giudice fa eseguire la sua decisione. L'esecuzione della decisione può essere eseguita dall'ufficiale giudiziario o da un altro agente della forza pubblica.

Il processo giudiziario è un procedimento complesso e articolato, che può essere molto costoso e richiedere molto tempo. Tuttavia, è il modo per risolvere le controversie in modo imparziale e secondo la legge.

In cosa consiste il Diritto processuale?

Il diritto processuale è una branca del diritto che si occupa della regolamentazione dei processi legali. Questa disciplina descrive e norma come un processo legale dovrebbe essere condotto, fornendo le regole e le procedure che i tribunali e le parti coinvolte devono seguire per risolvere controversie legali. Può essere suddiviso in due categorie principali: diritto processuale civile e diritto processuale penale.

Il diritto processuale civile si occupa delle procedure utilizzate nei casi civili, che spesso coinvolgono controversie private tra individui o organizzazioni. Questo può includere questioni come contratti, proprietà, divorzi e cause di risarcimento per danni.

Il diritto processuale penale, d'altra parte, riguarda le procedure utilizzate nei casi penali, che coinvolgono il governo che persegue un individuo o un'organizzazione per un atto considerato reato. Questo può includere questioni come procedimenti per l'arresto, il rilascio su cauzione, l'accusa, il processo e la sentenza.

In entrambi i casi, il diritto processuale stabilisce le regole che devono essere seguite per garantire che i processi siano condotti in modo equo e giusto. Questo include le regole sull'ammissibilità delle prove, sulle testimonianze dei testimoni, sui diritti delle parti coinvolte e su come devono essere condotte le diverse fasi del processo, tra le altre cose.

Di cosa si occupa il Giudice per le indagini preliminari?

Il Giudice per le Indagini Preliminari, spesso abbreviato in GIP, è una figura specifica del sistema giudiziario italiano. Il suo ruolo principale è quello di supervisionare la fase delle indagini preliminari in un procedimento penale.

Durante le indagini preliminari, la polizia o la procura raccolgono le prove e cercano di determinare se ci siano sufficienti elementi per portare un caso a processo. Il GIP agisce come un controllore terzo e imparziale di questo processo, assicurandosi che sia condotto in modo equo e rispettoso dei diritti dell'indagato.

Il GIP ha diversi poteri e responsabilità specifici, tra cui:

  1. Valutare le richieste di misure cautelari: Se la procura richiede l'applicazione di una misura cautelare, come l'arresto o la custodia cautelare, spetta al GIP decidere se concederla.
  2. Autorizzare le intercettazioni telefoniche: Solo il GIP può autorizzare l'utilizzo di intercettazioni telefoniche come parte delle indagini preliminari.
  3. Condurre interrogatori di garanzia: Se una persona viene arrestata, deve essere portata davanti al GIP entro un determinato lasso di tempo per un interrogatorio di garanzia, nel quale il GIP informa l'arrestato dei suoi diritti e delle accuse a suo carico.
  4. Decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio: Al termine delle indagini preliminari, se la procura decide di chiedere il rinvio a giudizio dell'indagato, è il GIP a valutare se ci siano sufficienti elementi per procedere al processo.

Ricordiamo che la funzione del GIP è fondamentale per garantire un equilibrio tra le necessità delle indagini e il rispetto dei diritti dell'indagato.

Autore: Avvocato Giacomo Locopo

Immagine di Giacomo Locopo

Nato a Catania il 25 febbraio 1970, l'avvocato ha conseguito la laurea in Giurisprudenza presso l'illustre Università degli Studi La Sapienza di Roma. Attualmente, è iscritto all'Albo dell'Ordine degli Avvocati nella città di Palmi, dove esercita la professione legale con competenza e dedizione.