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Normativa di riferimento: D.P.R. 14 novembre 2002, n. 313, contenente il testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di casellario giudiziale, articoli 2, 3, 21, 22, 23, 24, 25, 26, 28 e 39.
Atto | Diritto di certificato | Imposta di bollo |
Certificato generale e civile | € 3,10 | € 14,62 |
Certificato penale | € 3,10 | - |
Note:
Modulo: PDF
Il certificato penale, banalmente noto ai più solo come “fedina penale” è un documento nel quale sono riportate tutte le sentenze passate in giudicato di un cittadino: queste eventuali sentenze, quindi, hanno raggiunto ormai il verdetto definitivo e, perciò, non possono più variare.
Il certificato penale è facile da ottenere: basta farne domanda in carta libera, pagare (chiaramente) una arca da bollo per diritti di certificato da sette euro e otto centesimi (7,08 euro) per il ritiro immediato, più un’altra marca da tre euro e cinquantaquattro centesimi (3,54 euro) necessaria per il ritiro del documento, da effettuarsi al termine di quattro giorni lavorativi in seguito alla domanda. Serve inoltre (anche se sarebbe inutile specificarlo) un documento di identità valido, non scaduto. La richiesta può anche non essere effettuata personalmente, purché vi sia un atto di delega debitamente firmato dal richiedente insieme a una fotocopia del suo documento di identità.
Si specifica, inoltre, che se l’uso che si vuole fare del certificato penale fosse finalizzato alle pratiche di adozione… allora state sbagliando tutto! Nel senso che, in questo caso, non vi serve il certificato penale; bensì quello generale. Il certificato generale, infatti, non contiene solo i dati già presenti all’interno del certificato penale, ma anche tutte le sentenze civili passate in giudicato del cittadino richiedente E, inoltre, non dovete versare denaro né in marche da bollo né in diritti vari di cancelleria o d’altro genere.
Ritirare il proprio certificato penale per un residente a Milano è facile. Basta andare alla sede della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano e, una volta lì, recarsi all’ufficio del Casellario Giudiziale, l’unico abilitato a rilasciare il certificato penale. Ubicato al pianterreno, il numero della stanza è “500”. Questo ufficio è aperto tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, secondo il seguente orario: dalle ore 9:00 alle ore 13:30. Bisogna tuttavia considerare che l’accettazione termina alle 13:00; quindi, passata quest’ora non faranno più entrare nessuno. A Milano, come del resto in qualsiasi altra città italiana, il sabato (benché giornata lavorativa) l’ufficio del casellario giudiziale resta chiuso al pubblico.
Il certificato penale (conosciuto ai più come fedina penale) è un documento che elenca le condanne penali definitive del cittadino, tralasciando quindi quelle che sono ancora a giudizio. Questo documento può essere richiesto dalla Pubblica Amministrazione per verificare che il possessore disponga dei requisiti per ricoprire incarichi pubblici e dai privati durante i colloqui di assunzione.
Tramite questo foglio le autorità verificano se il cittadino sia in possesso o meno dei requisiti di elettorato attivo (il diritto di voto) e passivo (la possibilità di essere eletti in determinate cariche). Per ottenere il certificato penale a Roma, come per gli altri casi, l’interessato deve recarsi in una qualsiasi Procura della Repubblica e presentare la documentazione necessaria.
Il certificato penale può essere richiesto:
E’possibile che il certificato sia richiesto da terzi:
Per richiedere il certificato penale a Roma è necessario presentare, oltre ad un documento di identità valido:
Per richiedere un certificato penale a Roma bisogna recarsi in uno degli Uffici della Procura della Repubblica di Roma presenti a:
E’valida per entrambi gli Uffici la mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Il decreto penale è un atto di diritto processuale penale pensato dall'art.459 c.p.p. Con questo decreto si stabilisce un procedimento deflattivo del dibattimento (il soggetto cui è diretto il decreto può impugnare l'atto obiettandosi e avviando il giudizio ordinario). Il decreto penale può essere proposto solo dal Pubblico Ministero al G.I.P nei casi previsti dall'art.459.
Per molte coppie, in Italia e non, il desiderio di avere un figlio è grande. Ma allo stesso tempo, purtroppo, è alta anche la possibilità di non poterlo avere in modo naturale e per questo intraprendere strade “alternative” e “accidentate”.
La surrogazione è il fenomeno del subingresso di una terza persona/società nei diritti del creditore verso un debitore. Questo avviene per effetto del pagamento del debito da parte del terzo. Il pagamento di questo tipo è regolato dal codice civile agli artt. 1201-1205 che prevedono tre tipi di surrogazione.
Le Regioni a statuto speciale vedono il proprio fondamento nei rispettivi statuti mentre quelle a statuto ordinario fanno riferimento dall’articolo 117 della Costituzione.
Vediamo ora nel diritto commerciale come sono regolati i cosiddetti contratti di spedizione.
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Nei prossimi anni, a seguito del decreto Rochi, la TARSU lascerà il posto alla TIA, o tariffa di Igiene ambientale, il cui scopo è quello di riuscire a far spendere al contribuente la somma reale, relativa all'effettivo utilizzo del servizio in questione.
Per quanto riguarda esempi di calcolo dell'IMU, si parla di un valore pari a circa il triplo della vecchia ICI.
Con il termine permuta s'intende lo scambio tra due persone, di oggetti e servizi di varia natura. Neglratica, veloce e soprattutto economica per procurarsi oggetti o servizi che altrimenti ni ultimi anni sono sempre più numerose le persone che usano questa forma di scambio pon potrebbero comprare.
Con il termine mobilità si indica il licenziamento collettivo (il datore di lavoro può adottare questo tipo di provvedimento in presenza di condizioni previste dalla legge 223/91). Le imprese possono reclamare la mobilità per le seguenti cause: riduzione di personale, trasformazione di attività o fallimento (in questo caso le imprese devono comunque avere più di 15 dipendenti).
Con la riforma del sistema delle patenti in Italia, avvenuta nel 2003, il codice della strada ha stabilito che ogni titolare di patente o patentino CIG abbia in dotazione, al momento del conseguimento della patente a punti, un totale di 20 punti.
Quando va in prescrizione una multa? E' necessario chiarire questo aspetto in quanto bisogna fare attenzione alle varie norme del codice della strada che nel corso degli anni possono aver ingenerato confusione negli utenti della strada.