Entriamo nel dettaglio di una delle attività più importanti del processo amministrativo. L'attività istruttoria è infatti un’attività volta ad individuare la realtà dei fatti. Ovviamente precede l'attività di trattazione (che viene inserita per l'individuazione della disciplina giuridica applicabile). La fase istruttoria è dunque da individuarsi nella fase di un procedimento processuale in cui avvengono delle indagini e in cui si acquisiscono prove e informazioni utili ai fini del giudizio.
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L'istruttoria rappresenta una fase cruciale nei procedimenti amministrativi e giudiziari, fungendo da pilastro fondamentale per l'accertamento dei fatti e delle circostanze rilevanti. Questo processo investigativo, svolto con rigore e precisione, mira a raccogliere e verificare tutte le informazioni necessarie per garantire una decisione equa e conforme alla legge. Nell'ambito amministrativo, l'istruttoria consente all'amministrazione di acquisire gli elementi di giudizio indispensabili per emettere provvedimenti motivati e trasparenti. Nel contesto giudiziario, invece, essa si configura come l'insieme delle attività di indagine e raccolta delle prove, volte a stabilire la verità dei fatti contestati. L'istruttoria, dunque, non è solo un procedimento tecnico, ma un vero e proprio strumento di garanzia, volto a tutelare i diritti delle parti coinvolte e a promuovere la giustizia sostanziale. In questo articolo, esploreremo in dettaglio le diverse tipologie di istruttoria, le fasi operative, le metodologie utilizzate e il ruolo degli attori principali coinvolti, al fine di fornire una panoramica completa ed esaustiva di questo fondamentale istituto giuridico.
Le fasi del processo amministrativo
Il processo amministrativo si evolve in tre fasi:
L’iniziativa
La fase dell’iniziativa costituisce l’avvio del procedimento istruttorio. Questa può essere presa da vari soggetti, a seconda del contesto in cui si opera:
Amministrazione Pubblica: L'iniziativa può essere presa d'ufficio da un ente amministrativo per il perseguimento di finalità pubbliche, quali la verifica della conformità di determinate attività alla normativa vigente o l’accertamento di situazioni di fatto rilevanti per l’emanazione di un provvedimento amministrativo.
Privati: In molti casi, i procedimenti istruttori vengono avviati su istanza di soggetti privati. Ad esempio, un cittadino o un'impresa può presentare una domanda per ottenere una concessione, un'autorizzazione o un beneficio da parte della pubblica amministrazione. In ambito giudiziario, un privato può avviare un procedimento penale mediante la presentazione di una querela o una denuncia.
L'iniziativa segna il momento in cui viene formalmente aperto il procedimento e, a seconda del soggetto promotore, possono essere richiesti specifici documenti o atti preliminari necessari per l’avvio dell’istruttoria.
L’istruttoria
La fase dell'istruttoria vera e propria ha l'obiettivo di acquisire dati, informazioni e conoscenze necessarie per la successiva valutazione e decisione. Questa fase si articola in diverse attività, tra cui:
Raccolta delle prove: Viene effettuata attraverso la richiesta di documenti, testimonianze, perizie tecniche, sopralluoghi, audizioni e altre modalità idonee a garantire una completa acquisizione dei fatti rilevanti.
Analisi e valutazione dei dati: Le informazioni raccolte vengono analizzate in modo approfondito per valutarne la pertinenza e la rilevanza rispetto agli obiettivi del procedimento. In questa fase, si effettuano comparazioni, si verificano le coerenze e si esaminano le eventuali contraddizioni.
Partecipazione delle parti: Le parti coinvolte nel procedimento hanno la possibilità di presentare memorie, osservazioni e controdeduzioni. Questo contribuisce a garantire la trasparenza e l’imparzialità del processo, permettendo a tutti i soggetti interessati di esporre le proprie ragioni e difendersi adeguatamente.
L’istruttoria costituisce quindi il cuore del procedimento, durante la quale si forma la base conoscitiva necessaria per la decisione finale.
La fase decisoria
La fase decisoria rappresenta il momento conclusivo del procedimento istruttorio. In questa fase:
Valutazione complessiva: Sulla base dei dati e delle informazioni raccolte durante l'istruttoria, l'autorità competente effettua una valutazione complessiva. Questa valutazione tiene conto di tutti gli elementi acquisiti e delle eventuali memorie presentate dalle parti.
Adozione del provvedimento: Una volta completata la valutazione, viene adottato il provvedimento finale. Nel contesto amministrativo, questo può consistere nell’emanazione di un atto amministrativo, come una concessione, un’autorizzazione o un’ordinanza. In ambito giudiziario, si può trattare di una sentenza, un decreto o un'ordinanza.
Motivazione del provvedimento: È essenziale che il provvedimento sia adeguatamente motivato, evidenziando i criteri e le ragioni che hanno portato alla decisione. La motivazione deve essere chiara, trasparente e comprensibile, affinché le parti coinvolte possano comprendere il percorso logico e giuridico seguito dall'autorità.
L’istruttoria in Italia
Nel nostro paese la fase istruttoria è prevista solo per quel che concerne il diritto processuale civile in quanto nel processo penale la figura del giudice istruttore è stata soppressa nel 1988 in favore del Giudice per le indagini preliminari e del Giudice dell'udienza preliminare.
Nel processo amministrativo vengono dunque annoverate entrambe le attività che corrispondono a due diverse fasi dello stesso processo. Non è corretto però affermare che nel processo amministrativo non vi sia attività istruttoria perché quest’attività ha l’obbligo di essere ricostruita dal giudice.
Il principio di prova
Abbiamo visto che un elemento importante dell'attività istruttoria è la prova.
Nel Diritto amministrativo è stato accolto quello che viene definito principio di prova: il privato assolve l'onere della prova con una ragionevole rappresentazione della realtà nell'atto introduttivo. Ci sono correnti giurisprudenziali ritenenti che, nel caso di diritti soggettivi questo principio non possa trovare applicazione e lasci spazio al normale principio dell'onere della prova.
In questa fase, il giudice ha la facoltà di richiedere documenti e chiarimenti alle parti nonostante queste abbiano l’onere della prova. Questa richiesta può essere effettuata anche d’ufficio, vale a dire che può essere rivolta a terze parti la domanda dei documenti necessari per il giudizio. In questo caso, il terzo può essere prima chiamato in giudizio e poi può rispondere alle richieste del giudice.
L’acquisizione dei documenti può avvenire tramite richiesta di “esibizione” oppure tramite “produzione”: nel primo caso, è il giudice ad imporre la presentazione delle carte; nel secondo, è la parte a fornirle spontaneamente. In tutto ciò, è il giudice a definire il tempo, il luogo e il modo di esibizione.
Rilevamento di prove su cose e persone
Le prove possono essere rilevate anche tramite un’ispezione nei confronti delle parti e dei terzi, un metodo che viene considerato una prova diretta e di grande rilevanza. Questo tipo di ispezione permette al giudice di osservare direttamente gli elementi oggetto del contenzioso, fornendo una visione immediata e concreta dei fatti. L’ispezione può essere disposta sia nei confronti delle parti in causa sia di soggetti terzi, qualora questi siano in possesso di informazioni o beni rilevanti per il procedimento.
L'ispezione come strumento di prova diretta
L'ispezione giudiziale rappresenta un mezzo probatorio di natura diretta, poiché permette al giudice di percepire direttamente le caratteristiche e le condizioni degli oggetti o dei luoghi in questione. Questo strumento è particolarmente utile in contesti dove la descrizione verbale o documentale potrebbe risultare insufficiente o inadeguata per fornire una comprensione completa e accurata della realtà dei fatti.
Finalità dell'ispezione
Il giudice può decidere di ordinare un’ispezione per diversi motivi, tutti mirati a raccogliere il maggior numero di informazioni possibili per conoscere i fatti della causa in modo dettagliato e preciso. Le ispezioni possono riguardare:
Le caratteristiche di una cosa: Questo tipo di ispezione può coinvolgere qualsiasi oggetto o bene materiale che abbia rilevanza nel contesto della causa. Ad esempio, in una disputa su un contratto di compravendita, il giudice potrebbe ordinare un'ispezione per verificare lo stato di conservazione di un bene venduto, la sua conformità alle caratteristiche pattuite, o per valutare eventuali danni o difetti.
Le condizioni di un luogo: L'ispezione di un luogo è spesso cruciale in cause che riguardano questioni immobiliari, incidenti stradali, danni ambientali, o conflitti di vicinato. Il giudice può visitare il luogo in questione per osservare direttamente le condizioni fisiche, la disposizione degli spazi, la presenza di eventuali pericoli o la conformità alle normative vigenti. Questo permette di avere un quadro chiaro delle circostanze che hanno portato alla controversia.
Le caratteristiche di una persona: In alcuni casi, può essere necessario ispezionare direttamente una persona per accertare condizioni fisiche, psicologiche o altre caratteristiche rilevanti per la causa. Questo tipo di ispezione è comune in contenziosi legati a questioni di salute, incidenti sul lavoro, o controversie familiari. Il giudice, assistito da esperti medici o psicologi, può valutare lo stato di salute, la capacità di intendere e volere, o altri aspetti determinanti per la decisione finale.
Procedura e garanzie
L'ordinamento giuridico prevede procedure specifiche e garanzie per l'esecuzione delle ispezioni, volte a tutelare i diritti delle parti e a garantire la correttezza del procedimento. Tra queste garanzie troviamo:
La presenza delle parti: Durante l'ispezione, le parti coinvolte nel procedimento hanno il diritto di essere presenti, assistite dai loro legali, per assicurarsi che l'ispezione avvenga in modo imparziale e trasparente.
La documentazione dell'ispezione: Ogni ispezione deve essere accuratamente documentata, attraverso verbali, fotografie, filmati o relazioni tecniche, in modo che i risultati possano essere verificati e utilizzati come prova nel processo.
Il rispetto della privacy: L'ispezione deve essere condotta nel rispetto della privacy e della dignità delle persone coinvolte, evitando intrusioni ingiustificate e limitandosi agli elementi strettamente necessari per la causa.
L'importanza delle ispezioni nelle decisioni giudiziarie
Le informazioni raccolte tramite l’ispezione possono risultare determinanti per la decisione della causa. Esse forniscono al giudice una base probatoria solida e concreta, che può integrare o confermare le altre prove raccolte nel corso dell'istruttoria. La visione diretta delle condizioni materiali e fisiche degli oggetti o dei luoghi in questione permette al giudice di formarsi un'opinione fondata e precisa, riducendo il rischio di errori o interpretazioni distorte.
Valutazione delle prove
Durante questa delicata fase processuale, il giudice è chiamato a svolgere un’analisi critica e ponderata delle prove presentate, operando con acutezza di giudizio e discernimento raffinato. Questa operazione richiede un esame meticoloso delle evidenze disponibili, il cui esito sarà fortemente influenzato dalla perspicacia e dalla capacità del giudice di valutare in maniera calibrata ed equa le informazioni ricevute.
In questo contesto, anche il comportamento tenuto dalle parti in causa nel corso del processo assume un ruolo cruciale. Infatti, le azioni, le reazioni e, più in generale, le dinamiche comportamentali manifestate dalle parti durante le diverse fasi del procedimento giuridico possono fornire al giudice ulteriori elementi e spunti riflessivi. Tali comportamenti possono essere interpretati come indicatori taciti, ma significativi, che possono contribuire ad arricchire il quadro probatorio e influenzare, in un senso o nell'altro, l'orientamento del giudizio finale.
È fondamentale sottolineare che l’intero processo di valutazione delle prove da parte del giudice deve essere improntato a principi di prudenza e ragionevolezza. Questi principi non sono meri concetti astratti, bensì criteri operativi concreti che guidano il giudice nel delicato percorso di interpretazione e valutazione delle prove. La prudenza si traduce nella necessità per il giudice di procedere con cautela, senza farsi travolgere dall'impulsività o da pregiudizi, ponderando con attenzione ogni singolo elemento probatorio. La ragionevolezza del giudizio, d'altra parte, implica un'esercitazione equilibrata e coerente del potere giudiziario, che deve essere sempre esercitato nel rispetto delle norme giuridiche vigenti e dei diritti delle parti coinvolte.
In tale quadro, il verdetto che emerge da questo processo di valutazione deve essere il frutto di un equilibrio sapiente e misurato tra l'analisi oggettiva delle prove e l'interpretazione ragionevole dei comportamenti delle parti, il tutto filtrato attraverso l'obiettività e l'esperienza del giudice presiedente. Questa sinergia di fattori concorre a garantire che il giudizio finale sia non solo il risultato di un'attenta ponderazione delle prove materiali, ma anche espressione di un processo decisionale improntato a criteri di giustizia, equità e legalità.
Le spese d’istruttoria
Quando ci si addentra nel campo delle spese d'istruttoria associate ai prestiti, è cruciale notare che non esistono normative rigide o regole prestabilite che delineano un valore proporzionale fissato tra queste spese e l'importo totale del prestito concesso. La mancanza di linee guida chiare e standardizzate può portare, in diversi casi, a situazioni in cui le spese d'istruttoria sembrano non essere calibrate adeguatamente, risultando, di conseguenza, sproporzionate rispetto all'entità del prestito.
Questo fenomeno diventa particolarmente evidente e rilevante quando si tratta di prestiti di importo ridotto. In queste circostanze, le spese d'istruttoria, che l'ente prestatore richiede, spesso non sembrano giustificate né adeguate se messe a confronto con il valore complessivo del credito fornito al richiedente.
La determinazione delle spese d'istruttoria è largamente lasciata alla discrezione dell'ente o dell'istituzione finanziaria che eroga il prestito. Questi enti hanno la libertà di stabilire e regolamentare autonomamente le spese d'istruttoria, decidendo in maniera indipendente quanto addebitare ai clienti per l'analisi e l'elaborazione delle loro richieste di prestito.
È fondamentale, per i richiedenti, prendere in considerazione il Tasso Annuo Effettivo Globale (TAEG) quando si valutano le offerte di prestito. Il TAEG rappresenta un indicatore chiave in quanto include, oltre agli interessi, tutte le spese accessorie legate al prestito, comprese quelle d'istruttoria. Analizzando attentamente il TAEG, i richiedenti possono farsi un'idea più precisa del costo totale del prestito, e di conseguenza, delle spese che l'ente prestatore prevede di coprire tramite la somma erogata. Questa valutazione consente ai richiedenti di comprendere meglio il carico finanziario complessivo che dovranno sostenere e, quindi, di programmare con maggiore consapevolezza i futuri impegni economici legati al rimborso del prestito e alle spese connesse.
FAQ
Cosa si intende per "istruttoria"?
L'istruttoria è una fase preliminare o preparatoria che riguarda la raccolta, l'analisi e la valutazione di informazioni e documenti necessari per prendere una decisione in merito a un determinato procedimento, che può essere di natura giudiziale, amministrativa o anche bancaria e finanziaria.
Quali sono gli obiettivi dell'istruttoria?
L'obiettivo primario dell'istruttoria è fornire un quadro chiaro e completo della situazione in esame. Ciò include la verifica della veridicità e della rilevanza delle informazioni fornite, la valutazione dei rischi associati, e la raccolta di elementi probatori necessari per supportare la decisione finale.
Chi conduce l'istruttoria?
L'istruttoria può essere condotta da vari soggetti a seconda del contesto. In ambito giudiziale, può essere guidata da un giudice o un organo giurisdizionale. In contesti amministrativi, può essere condotta da funzionari o organi amministrativi competenti. In ambito bancario o assicurativo, sono solitamente professionisti interni o esterni all'ente che conducono l'istruttoria.
Qual è la durata di un'istruttoria?
La durata dell'istruttoria può variare notevolmente a seconda della complessità del caso, del numero di documenti e informazioni da analizzare, e delle risorse disponibili per condurre l'istruttoria. Può variare da pochi giorni a diversi mesi o, in casi particolarmente complessi, anche anni.
Cosa succede al termine dell'istruttoria?
Al termine dell'istruttoria, il soggetto o l'organo che l'ha condotta produce un resoconto o un documento che riassume i risultati e le conclusioni raggiunte. Questo documento sarà poi utilizzato come base per prendere decisioni informate e motivate riguardanti il procedimento o il caso in questione.