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Dopo avervi presentato un approfondimento su come Rintracciare una Raccomandata, eccoci oggi con un nuovo tema che speriamo susciterà il vostro interesse.

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Fare l'imprenditore in proprio e quindi avviare una ditta individuale, presenta vantaggi e svantaggi. Nel caso si presumesse di avere un'idea ritenuta vincente, il successo ed i profitti saranno tutti per una persona. Inoltre, tutte le decisioni saranno prese da questa, senza dover dare conto ad altri. Lo svantaggio principale è che si puó optare per questa scelta solo nel caso si avesse il denaro necessario per avviare l'attivitá in proprio. E poi, in caso di problemi di natura finanziaria, le eventuali perdite di denaro sono a carico dell'unico imprenditore.

Cosí come con la ditta individuale, anche la costituzione di una societá evidenzia elementi positivi e negativi. Tra i primi senz'altro vi troviamo la possibilitá di avere fondi a sufficienza (versati dai soci costituiti), per poter avviare qualsiasi genere di attivitá. A questo si aggiunge poi l'opportunitá di scambiarsi idee e formulare progetti, vicendevolmente, tra i vari soggetti coinvolti e questo puó migliorare l'attivitá imprenditoriale. Tra gli elementi negativi, invece, dover trovare un compromesso tra idee e visioni differenti e comunque tener conto anche degli altri soci.

Aprire una ditta individuale fa si che colui che è intestatario e responsabile dell'attività deve rispondere ai vari adempimenti in materia giuridica:

innanzitutto è necessaria l'apertura di una posizione assicurativa presso l'INAIL entro un periodo di massimo 5 giorni precedenti l'inizio dell'attività.

Cosa dichiarare all'INAIL

  • la tipologia dell'attività che si ha intenzione di svolgere
  • in caso di ditta con dipendenti, il personale che si intende impiegare (in questo caso, bisogna comunicare entro la stessa data anche il codice fiscale dei lavoratori nel momento in cui si decida di procedere con assunzioni o licenziamenti
  • la retribuzione prevista da corrispondere nell'anno presente e successivo
  • i macchinari e impianti che si intende utilizzare nel corso dell'attività
  • varie ed eventuali

Quali documenti servono

  • libro matricola della ditta
  • registro presenze
  • cedolini paga

Tutti questi documenti vanno quindi vidimati e numerati.

Se l'attuale articolo ha suscitato la tua curiosità, ti suggeriamo di non perdere il nostro pezzo informativo su come Disdire SKY.

Tipologie di ditte individuali

La ditta individuale oltre ad essere la forma più semplice di società può anche essere svolta nella forma di impresa familiare o addirittura di impresa coniugale. Vale a dire che il titolare della ditta si avvale dell’aiuto dei suoi familiari.

Impresa familiare

Nella forma di impresa familiare infatti, possono partecipare anche il coniuge, i vari parenti fino al terzo grado di parentela e i parenti acquisiti fino al secondo grado. Secondo l’articolo 230 BIS del Codice CivileImpresa coniugale

Per quanto riguarda l’impresa di tipo coniugale, bisogna che vengano rispettate alcune condizione:
essa deve essere costituita dopo il matrimonio, i coniugi al momento del matrimonio devono aver optato per il regime di comunione legale dei beni e tutti e due, marito e moglie, devono gestire l’impresa in parità e senza vincoli di subordinazione. Infatti, sempre secondo l’art 230 BIS c.c. “il lavoro della donna è considerato equivalente a quello dell’uomo”.
I creditori di questo tipo di forma particolare di impresa, possono rivalersi su tutti i beni in comunione tra i coniugi, anche se alieni all’azienda.

orientamento al lavoro

Comunque, rispetto ad altri Paesi in cui vi sono in maggioranza altre tipologie di societá o attivitá imprenditoriali, l'Italia evidenzia un notevole numero di imprese familiari o piccole imprese. E l'aprire una ditta individuale presenta, per certi aspetti, un vantaggio (come ad esempio l'opportunitá di produrre e scambiare prodotti tipici unici di una piccola area geografica), dall'altro denota un fattore negativo, cioé quello di essere vulnerabili da un punto di vista economico (rispetto alle grandi imprese) ed imprenditoriale (nel caso di concorrenza aggressiva).

Detto ció, l'apertura di una ditta individuale, magari sotto forma di un'impresa familiare, negli ultimi anni, è stata favorita da un miglioramento della normativa legislativa, che ha ridotto in maniera sensibile gli aspetti burocratici e gli adempimenti previsti per l'attivitá imprenditoriale. In questo, un forte slancio è stato fornito anche dalla diffusione della tecnologia di internet. Inoltre, diversi fondi sono stati previsti per l'imprenditoria giovanile e femminile, col sostegno economico sia di enti nazionali italiani che europei. 

Diventare liberi professionisti: a cosa prestare attenzione 

Sono molti coloro che desiderano avviare un’attività come libero professionista. Si tratta di soggetti che intendono svolgere un’attività lavorativa di tipo freelance, in un ambito che non comporta la vendita di prodotti o la produzione di beni. I liberi professionisti sono coloro che svolgono un’attività di tipo intellettuale, come scrittori o consulenti; sono liberi professionisti anche i laureati in specifici settori, che svolgono in proprio la loro attività, come architetti o commercialisti. Per diventare libero professionista è necessario avviare una partita IVA, si tratta di uno specifico regime fiscale che permette di emettere fatture e di pagare in autonomia le tasse.

Trovare una clientela adeguata

Solitamente si cerca di avviare un’impresa personale perché si desidera migliorare la propria posizione lavorativa, o avviare ex novo una carriera. Mentre si prepara la documentazione necessaria e si avvia la partita IVA è importante anche concentrarsi sulle modalità di reperimento dei primi clienti. Oggi le modalità con cui ci si presenta sul mercato sono molteplici, a partire dall’attivazione di una pagina sui social del singolo libero professionista, che potrà così proporre la propria attività a un ampio pubblico. È essenziale investire in modalità che consentano di avvicinare un numero molto ampio di potenziali clienti e internet aiuta molto in questo. Chiaramente ci si dovrà anche occupare dei metodi classici per l’incontro con i clienti, come ad esempio predisporre carta intestata da utilizzare nelle comunicazioni, o stampare dei biglietti da visita con indicati tutti i contatti, dal numero di telefono all’indirizzo e-mail. Avere a disposizione un ufficio, o un luogo in cui lavorare e poter incontrare i clienti, è essenziale.

Come aprire una partita Iva

Per aprire una partita IVA come libero professionista è necessario compilare un apposito modulo, disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Tale modulo andrà poi consegnato presso un qualsiasi ufficio dell’Agenzia, personalmente o tramite raccomandata con ricevuta di ritorno; in questo caso è necessario inserire nella busta anche la fotocopia di un documento di identità dell’intestatario della partita IVA. Volendo è possibile svolgere tutte queste attività facendosi aiutare da consulenti, come ad esempio da un commercialista. Questo tipo di aiuto permette di ottenere subito l’attribuzione del numero della partita IVA, così come consente di avere un aiuto per quanto riguarda alcune scelte particolari. Già in questa fase è infatti necessario scegliere il regime fiscale cui aderire: semplice, semplificato o forfettario. Inoltre si deve selezionare il codice ATECO dell’attività da svolgere, un codice numerico che identifica precisamente il lavoro che si intende svolgere.

Ulteriori adempimenti

Chi desidera svolgere la libera professione dovrà anche iscriversi alla cassa previdenziale della specifica professione che intende effettuare. In alcuni casi per farlo è necessario superare un esame di abilitazione, come avviene ad esempio per gli avvocati. Ci sono professioni per cui è obbligatorio anche iscriversi al registro delle imprese o alla gestione separata INPS. Un consulente può aiutare a chiarire tutti questi particolari. Ci sono poi altri obblighi per il contribuente munito di partita IVA, che deve decidere se utilizzare la fatturazione elettronica e deve indicare all’Agenzia delle Entrate un indirizzo di Posta Elettronica Certificata. Ricordiamo che dal momento in cui un libero professionista comincia a svolgere la propria attività ha 30 giorni di tempo per attivare la partita IVA.

Quali sono le tasse che deve pagare un libero professionista con la Partita IVA in Italia?

Il sistema fiscale italiano è piuttosto complesso e i liberi professionisti con partita IVA si trovano a dover pagare diversi tipi di tasse. Le principali imposte che un libero professionista con partita IVA deve pagare sono:

  • Imposta sul reddito: si tratta di un'imposta sui suoi guadagni derivanti dall'attività di freelance. L'aliquota dell'imposta sul reddito dipende dal suo reddito annuale totale.
  • contributi previdenziali: si tratta di contributi obbligatori che deve versare al sistema di previdenza sociale. L'importo dei contributi di sicurezza sociale che deve pagare dipende dal suo reddito annuale da attività di freelance.
  • Imposta sul valore aggiunto (IVA): si tratta di un'imposta che viene applicata ai beni e ai servizi venduti in Italia. L'aliquota standard dell'IVA in Italia è del 22%. Tuttavia, i liberi professionisti con partita IVA possono richiedere un'aliquota ridotta del 10% su determinati beni e servizi.

Altre imposte che un freelance con partita IVA potrebbe dover pagare sono:

  • Ritenuta d'acconto: si tratta di un'imposta che viene detratta dai pagamenti effettuati al libero professionista dai suoi clienti. L'aliquota della ritenuta d'acconto dipende dal tipo di servizio fornito dal libero professionista.
  • Imposta comunale: si tratta di un'imposta prelevata dai comuni locali sulle imprese che operano all'interno della loro giurisdizione. L'importo dell'imposta comunale che un libero professionista deve pagare dipende dal comune in cui ha sede.
  • Imposta regionale: si tratta di un'imposta prelevata dai governi regionali sulle aziende che operano all'interno della loro giurisdizione.

Regime dei minimi o Regime agevolato: come funziona in Italia?

Il Regime dei minimi è un regime fiscale speciale per le piccole imprese in Italia. Questo regime consente alle imprese di pagare aliquote ridotte dell'imposta sul reddito e dei contributi previdenziali. Per poter beneficiare del Regime dei minimi, le imprese devono avere un fatturato annuo inferiore a 35.000 euro. I freelance con partita IVA possono richiedere il Regime dei minimi se il loro reddito annuo da attività di freelance è inferiore a tale importo.

Se è un libero professionista con numero di partita IVA e desidera richiedere il Regime dei minimi, può farlo:

  • Presentando una domanda alla Camera di Commercio locale
  • Iscrivendosi al regime online sul sito dell'Agenzia delle Entrate

Trovare la nicchia per il proprio business: segui i nostri consigli

Tante persone amerebbero essere imprenditori e maghi del business, cosí da guadagnare in breve tempo moltissimo denaro e magari diventare il nuovo Jeff Bezos o Bill Gates. Tuttavia, ideare e lanciare un prodotto o servizio e poi conquistare fette importanti di mercato non rappresenta una passeggiata. Per raggiungere la cima di una montagna e ammirarne il panorama, bisogna fare una scalata. Tuttavia, fortunatamente, al giorno d'oggi, vi sono tanti strumenti che permettono di rendere meno arduo il raggiungimento del successo imprenditoriale.

Riuscire a conquistarsi la propria nicchia di mercato e guadagnare del denaro nel business di qualche prodotto o servizio è differente rispetto al passato. Oggi infatti, col mercato globale e la diffusione planetaria di internet, vi sono maggiori opportunitá per arrivare a milioni di potenziali clienti, tuttavia questo significa anche centinaia di possibili concorrenti a tutte le latitudini. Di conseguenza, è necessario essere dotati, tra le altre cose, di capacitá, originalitá e molta pazienza. Infatti, spesso, l'inizio di un'avventura, anche a lieto fine, non risulta semplice.

Trovare la nicchia per il proprio business legato all’e-commerce è il passo più importante in grado di avvicinarvi all’obiettivo del successo imprenditoriale. Ma come fare?

Una volta che vi sarete garantiti la disponibilità di una serie di strumenti fondamentali per la conduzione della vostra iniziativa d’impresa, come il software gestionale contabilità di Teamsystem Reviso, un buon sito web e alcuni dispositivi tecnologici per poter amministrare in qualsiasi momento e da qualsiasi luogo la vostra attività, non vi rimane che leggere i tre consigli che di seguito abbiamo voluto riassumere per voi.

Valutare l’interesse del cliente

La prima cosa da fare è assicurarsi di valutare l'interesse del cliente. Non esiste infatti alcuna nicchia redditizia che non abbia almeno una chiara intenzione all’acquisto da parte dell’utenza presente.

Insomma, per calare in maniera ancora più concreta l’assunto di cui sopra, potreste aprire un negozio e aspettare che arrivino i clienti, ma in realtà ciò potrebbe non accadere se il vostro store online è ricco di prodotti che nessuno vorrà comprare.

Invece di “intuire”, cercate di “pianificare”. Sul web ci sono tanti strumenti in grado di individuare le migliori parole chiave da usare per volumi di ricerca: se non trovate un sufficiente volume di ricerca, vuol dire che non sarete in grado di guadagnare denaro in quella nicchia. Viceversa, se c'è troppo volume di ricerca, avrete l'opportunità di fare soldi, ma dovrete contrastare una concorrenza ampia e agguerrita. Trovate la giusta via di mezzo.

Analizzare la concorrenza per trovare la nicchia

Una volta stabilito che ci sono clienti nel trovare la nicchia in cui volete investire, il passo successivo è compiere un'analisi competitiva. Innanzitutto, valutate quali sono i punti di forza e di debolezza dei principali concorrenti, avendo cura di iniziare dai più noti e, in particolar modo, da quelli che hanno un miglior posizionamento SEO sui motori di ricerca.

Ricordate anche che la concorrenza non è sempre una cosa negativa: vi permetterà di ottenere nuove certezze sul mercato che state cercando di monetizzare. Il vero fattore chiave è capire se è possibile superare in astuzia i vostri concorrenti!

Difatti la concorrenza puó stimolare la creativitá e la capacitá innovativa, al fine di realizzare servizi o prodotti sempre piú originali e ricercati, cosí da superare i propri concorrenti e conquistare una nicchia di mercato sempre piú ampia e raggiungere il top del vostro business. Tuttavia, risulta importante osservare ed analizzare la concorrenza, soprattutto se di successo, al fine di capirne gli elementi caratteristici e sfruttarne poi gli eventuali punti deboli commerciali, in modo da offrire sul mercato, possibilmente, proprio quegli elementi che nessun altro riesce a presentare.

Calcolare margini e prezzi

Se non potete fare soldi, non ha senso entrare in affari in quella determinata nicchia. Per avere una consapevolezza dei soldi da realizzare, cominciate con il calcolare un sufficiente margine del prodotto. Come termine di riferimento, se il vostro margine è inferiore al 20 percento, è meglio iniziare a cercare altrove, specialmente se state operano con un modello di business come quello del dropshipping.

Il prezzo è un'altra variabile importante. Meglio vendere prodotti cari o prodotti economici? Molti esperti ritengono che la gamma da 100 a 200 euro sia il punto debole del mercato, poiché i prodotti di questa gamma non sono troppo costosi per la media e dovrebbero consentire un margine di profitto che spesso non vi assicureranno. Ad ogni modo, niente è già stabilito: effettuate un’analisi per singola ipotesi, e soffermatevi su ciascuno scenario con la giusta cautela e con la necessaria attenzione da riporre.

Una volta effettuate queste analisi sulla propria nicchia di mercato, cercato di valutare punti di forza e di debolezza propri e altrui e fattibilitá del business a cui si mira, ci si puó lanciare in un'avventura imprenditoriale. Tutto ció ricordando sempre che non si finisce mai di imparare (dalle difficoltá, dai concorrenti e dalle situazioni) e che i soggetti piccoli ma che abbiano capacitá e visione, anche nell'ambito particolare dell'e-commerce, possono conquistare un mercato fatto di giganti.  

Autore: Avvocato Giacomo Locopo

Immagine di Giacomo Locopo

Nato a Catania il 25 febbraio 1970, l'avvocato ha conseguito la laurea in Giurisprudenza presso l'illustre Università degli Studi La Sapienza di Roma. Attualmente, è iscritto all'Albo dell'Ordine degli Avvocati nella città di Palmi, dove esercita la professione legale con competenza e dedizione.