Un'imposta è un tributo, ovvero una delle voci di entrata del bilancio dello Stato. Consiste in un prelievo coattivo di ricchezza da un dato cittadino contribuente, non è connesso ad una prestazione da parte dello Stato o degli altri enti pubblici per servizi resi al cittadino ed è destinata alla copertura della spesa pubblica.
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Nei paesi eredi del diritto romano è distinto dalla tassa, che è invece legata ad una prestazione. La parte delle entrate statali costituita dalle imposte è detta gettito fiscale.
Il livello di imposizione e la ripartizione delle imposte tra le fasce della popolazione sono oggetto di studio della scienza delle finanze e sono attuati mediante misure di politica fiscale. Il livello di imposizione fiscale - impropriamente detta tassazione - medio di un paese si chiama pressione fiscale apparente.Nell'ambito del diritto tributario italiano, esiste una distinzione principale per quanto riguarda le imposte. Infatti, si parla di norma di due tipi di imposte: le imposte dirette e le imposte indirette.
Caratteristiche delle imposte dirette
Per quanto riguarda le imposte dirette, definiamo come dirette quelle che vanno a colpire in maniera appunto diretta la ricchezza del cittadino. Per meglio comprendere questa definizione, diciamo che le imposte dirette vanno a colpire la ricchezza intesa come già esistene in quanto bene oppure in quanto frutto della produzione attraverso una prestazione o un servizio: è il caso dell'imposta diretta che grava sul reddito.
Un'altra caratteristica delle imposte dirette è quella di non essere trasferibile: dunque rimane a carico di chi è obbligato per legge a pagarle, come quelle sul patrimonio e sul reddito, e non viene sottoposta a eventuali variazioni fra il prezzo che il produttore deve pagare rispetto a quello del consumatore.
La situazione in Italia
Le imposte dirette che sono in vigore in Italia e che dunque sono, ripetiamo, obbligatorie per legge e non trasferibili, e vanno ad intaccare direttamente la ricchezza del singolo a favore dello Stato, sono le seguenti:
- IRPEF – Imposta sul reddito delle persone fisiche: regolata dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi, il D.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917. Fornisce circa un terzo del gettito fiscale per lo Stato italiano.
- IRES - Imposta sul reddito delle società: istituita con il d.lgs 344/2003, è una imposta proporzionale e personale con aliquota del 33 %.
- IRAP – Imposta regionale sulle attività produttive: istituita con il decreto legislativo 15 dicembre 1997 n.446. Il suo gettito finanzia il 40% della spesa sanitaria italiana.
- ICI - Imposta Comunale sugli Immobili: ha preso la forma attuale con il decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504.
Contributi previdenziali
Sono indirette, invece, tutte le imposte che sono correlate alla ricchezza nel momento in cui viene trasferita (ad esempio la vendita di un bene) o viene consumata (ad esempio la fruizione di un servizio o di una prestazione): le imposte indirette pertanto si trasferiscono da chi è tenuto a pagarle ad altri soggetti.
Tali imposte possono portare ad un divario tra prezzi netti per il produttore e prezzi pagati dal consumatore. Esse colpiscono la ricchezza nel momento in cui si manifesta in maniera indiretta, ossia quando essa viene o consumata oppure trasferita. Difatti si parla di imposte sui consumi (es. IVA) o sui trasferimenti (imposta di registro).
Le imposte dirette hanno un maggior effetto ridistributivo del reddito, assicurano una continuità del gettito e sono economiche da riscuotere; tuttavia esse stimolano l’evasione fiscale, sono rigide e il contribuente le sente in modo marcato, soprattutto sul lato psicologico.
Le imposte indirette, invece, sono elastiche, divisibili e, essendo incluse nel prezzo dei beni acquistati, sono meno sentite dai contribuenti; d’altra parte non assicurano una continuità del gettito fiscale.
La progressività dell'imposta
Tra le imposte dirette progressive più note ai contribuenti c'è l'IRPEF: essa determina che ogni proprietario di beni immobili, lavoratore dipendente, lavoratore autonomo, socio di enti collettivi, insomma tutti i soggetti in grado di produrre reddito, siano gravati da tale pagamento.
Nel caso dell'IRPEF, l'imposta progressiva è a scaglioni, ovvero l'aliquota attraverso quale si determina il prelievo fiscale tende a crescere ma rimane comunque sempre la stessa per intervalli di imponibile. Questo discorso cambia nel caso di contribuenti appartenenti alla cosiddetta no tax area, che tutela i contribuenti appartenenti a fasce di reddito più deboli.
Questa fascia di reddito prevede imposizioni fiscali più basse. Grazie alla proporzionalità, è possibile ridistribuire la ricchezza a favore della collettività, in modo che il prelievo tributario si a vantaggio della comunità.
Alcuni detrattori della proporzionalità sostengono invece che un eccessivo prelievo fiscale da parte dello Stato sia nocivo agli investimenti e ai consumi privati, andando a compromettere negativamente l'intero sistema economico di un Paese.