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Il reddito proveniente dal lavoro del singolo contribuente e cittadino è soggetto a partire dagli anni '30 alla tassazione, ovvero ad una trattenuta da parte dello stato per contribuire a tutta una serie di servizi pubblici.

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Infatti, se è possibile usufruire di cure gratuite negli ospedali italiani oppure dell'uso di parchi giochi attrezzati per i bambini in diverse località o, ancora, la possibilità di utilizzare dei trasporti pubblici a basso costo, è dovuto proprio alle imposte che vengono pagate annualmente dai singoli cittadini e che sono destinate in parte alle autorità statali ed in parte a quelle locali.
Il sistema italiano, comunque, si basa in generale su un meccanismo proporzionale, cioè maggiori sono le entrate finanziarie di un soggetto e maggiori sono le imposte che egli vi deve pagare. Questo permette anche ai cittadini meno abbienti o addirittura poveri di poter usufruire di vari servizi assistenziali, a cui altrimenti non avrebbero modo di accedere.

Si parla di evasione fiscale quando un contribuente non paga il dovuto tributo in tasse allo Stato. Questo fenomeno avviene spesso quando il cittadino si sente eccessivamente colpito dall'intervento dello Stato nella propria autonomia lavorativa e dunque ritiene di essere colpito da iniquità fiscale.

Basti pensare che ad esempio, nel 2006, i due terzi dei contribuenti italiani hanno dichiarato un reddito da 6.000 a 15.000 Euro all'anno. Solo in 50.000 dichiarano più di 200.000 euro all'anno e 150.000 persone tra 100.000 e i 200.000.

Le modalità: il calcolo della Prescrizione per l'evasione fiscale

Rientrano nel fenomeno dell'evasione fiscale, almeno in Italia, un gran numero di aziende che non ha provveduto a regolare il rapporto fra sistema informativo e contabile coi soggetti esterni.

Costituisce di fatto un evento deleterio all'interno della politica fiscale attuata dal governo e che contribuisce a far perdere allo Stato una parte non trascurabile delle entrate a esso dovute (gettito fiscale).

Nelle statistiche sulla tassazione, il rapporto tra il gettito fiscale ed il PIL (in inglese "tax revenue to GDP ratio") indica la percentuale di PIL che è raccolta dallo Stato con l'imposizione fiscale.

Il gettito fiscale totale contempla infatti l'insieme delle imposte dirette, indirette e dei contributi sociali più tutta una serie di tasse, mentre il PIL va calcolato secondo metodologie standard.

In Italia si utilizza impropriamente il termine pressione fiscale per indicare tale rapporto: un rapporto esprime infatti una media se i fattori sono strettamente correlati, cosa che non avviene in questo caso dove per la determinazione del PIL interviene, oltre al PIL dichiarato legalmente e quindi sottoposto a tassazione, anche il PIL che deriva da attività criminali e da evasione fiscale e quindi non sottoposto a tassazione.

Il rapporto gettito fiscale ed il PIL evidenzia quindi la quota di ricchezza prodotta raccolta dallo Stato, mentre il termine pressione fiscale sposta l'attenzione verso una ipotetica aliquota media di tassazione, sviando il significato statistico del rapporto.

Per il singolo contribuente la tassazione si valuta con l'aliquota fiscale effettiva che è tanto più elevata rispetto al rapporto tra il gettito fiscale ed il PIL quanto più sono sviluppate l'economia criminale e quella sommersa.

Generalmente si calcola la pressione fiscale apparente rapportando l'ammontare delle imposte al Prodotto Interno Lordo ovvero il gettito fiscale in rapporto al PIL.

All'interno dell'ammontare delle imposte sono incluse le imposte dirette, le imposte indirette, le imposte in conto capitale e i contributi obbligatori per le assicurazioni obbligatorie che i lavoratori e i datori di lavoro o i lavoratori autonomi versano agli enti previdenziali per il finanziamento dei sistemi pensionistici obbligatori.

La pressione fiscale apparente può essere utilizzata per misurare l'azione dello Stato nel ridistribuire la ricchezza. Tipicamente Stati con un'elevata pressione fiscale apparente tendono a prelevare maggiori risorse dalle classi agiate per destinarla alle classi più povere attraverso politiche di redistribuzione dei redditi oppure a favore di servizi pubblici (welfare).

Prescrizione per l'evasione fiscale: i tempi e i termini per ricevere la comunicazione

Le modalità di evasione fiscale più diffusa sono di vario tipo; le principali sono la fuga di capitali all'estero, in paesi in cui il sistema di tassazione è meno gravoso; oppure, l'intestazione di beni immobili a società con sede legale fuori dall'Italia, in modo che non debba intervenire il diritto civile del nostro paese per regolare eventuali incongruenze sui conti e sul capitale sociale.

Un altro sistema di evasione fiscale è quello di depositare il denaro in cassette di sicurezza anonime non accessibili al fisco né perquisibili.

Questi a cui abbiamo accennato sono degli esempi che spesso riguardano soggetti in possesso di altissime somme di denaro o beni immobili di elevato valore, tuttavia si può evadere il fisco anche in maniera più semplice e assai più comune di quel che si pensi.
Infatti, si può parlare di evasione anche quando non si richiede uno scontrino fiscale, a seguito di un acquisto in un qualsiasi negozio, oppure una fattura, dopo aver usufruito di un servizio (un esempio tipico è l'assistenza di un idraulico per una riparazione in casa).
Naturalmente, nei casi appena descritti, l'evasione è effettuata dal negozio che non ha emesso lo scontrino oppure dal professionista che non ha emesso fattura. Un altro modo molto diffuso di evadere il fisco si effettua in occasione della dichiarazione annuale dei redditi, quando un cittadino non notifica allo Stato italiano eventuali entrate finanziarie o il possesso di beni mobili o immobili.
Per fronteggiare questa piaga italiana, le autorità hanno a disposizione l'arma della prescrizione in caso di reato fiscale: per determinati casi è stata raddoppiata. Infatti, per reati tributari, si passa da 4 ad 8 anni per l'accertamento, in presenza di una dichiarazione dei redditi; mentre nel caso vi sia omissione di quest'ultima, si passa dai 5 ai 10 anni.

Controlli inaspriti degli evasori del fisco

Prescrizione per l'evasione fiscale

Per cercare di rimediare all'evasione fiscale, vengono inaspriti i controlli da parte della guardia di finanza, anche se spesso gli evasori hanno dalla loro parte il potersi appellare al diritto alla privacy per quanto riguarda documenti di rilevanza in tal senso.

Negli ultimi anni hanno fatto molto scalpore le scoperte di evasori fiscali nel mondo dello spettacolo e dello sport, basti pensare a personaggi pubblici noti evasori come Pavarotti, Valentino Rossi e Maradona.

Comunque, nel corso del tempo, tanti sono stati i mezzi e gli strumenti che le autorità statali hanno cercato di utilizzare e le iniziative avviate per ridurre l'evasione fiscale nel nostro Paese. A parte i maggiori controlli di cui abbiamo parlato, importante è stato ad esempio un collegamento diretto e veloce tra varie banche dati nazionali, tra cui quelle tributaria e catastale.
Un passo in avanti fondamentale è stato possibile anche attraverso la tracciabilità di alcuni pagamenti effettuati dai singoli cittadini, che hanno fatto ridurre l'uso del contante e di conseguenza le opportunità di elusione del fisco. Un esempio recente è quello della cosiddetta fattura elettronica.

Autore: Avvocato Giacomo Locopo

Immagine di Giacomo Locopo

Nato a Catania il 25 febbraio 1970, l'avvocato ha conseguito la laurea in Giurisprudenza presso l'illustre Università degli Studi La Sapienza di Roma. Attualmente, è iscritto all'Albo dell'Ordine degli Avvocati nella città di Palmi, dove esercita la professione legale con competenza e dedizione.