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Il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) rappresenta il frutto delle trattative intercorse tra le associazioni dei datori di lavoro e i sindacati, con l’obiettivo di stabilire i contenuti fondamentali dei contratti di lavoro, toccando l’aspetto economico, come la retribuzione e l’aspetto normativo, come le mansioni, gli orari di lavoro e le qualifiche. Si tratta quindi di un documento fondamentale non solo perché regola il rapporto lavorativo, ma soprattutto in quanto rappresenta l’unione degli interessi di ambo le parti firmanti.

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Il CCNL fu introdotto il 21 aprile 1927, ma acquisì valore giuridico dopo il 1941, rendendo vincolante l’efficacia dei contratti e fornendo delle prassi a cui le parti sociali erano tenute ad attenersi. Da allora i CCNL hanno subito modifiche, vediamo quindi come si presenta oggi e cosa prevede.

CCNL: cos’è nella pratica e come funziona

Le implementazioni contrattuali sono il sogno di tutti, soprattutto se si parla di contratti a tempo indeterminato, ma prima di apporre la propria firma è molto importante conoscere alcuni aspetti fondamentali del proprio contratto nazionale, così da essere maggiormente consapevoli dei propri diritti nel momento in cui si svolge un’attività lavorativa.

È necessario, anzitutto, dividere il settore privato da quello pubblico, in quanto presentano alcune differenze. Nel settore privato il CCNL è stipulato tra i sindacati e le associazioni dei datori di lavoro, o dal singolo datore, stabilendo la parte normativa che regola i rapporti di lavoro e la parte obbligatoria, che disciplina i rapporti reciproci. Nella pubblica amministrazione, invece, le parti interessate sono le rappresentanze sindacali e l’Agenzia per la rappresentazione negoziale delle pubbliche amministrazioni.

L’obiettivo principale di qualsiasi CCNL è quello di definire il contenuto dei contratti di lavoro in base al settore di riferimento, determinando aspetti fondamentali quali la retribuzione, i livelli e gli scatti di anzianità, l’orario, le ferie, il TFR, i congedi, e i tempi per presentare le dimissioni. In sintesi, servono per regolamentare i rapporti tra dipendenti e industriali, ecco perché è molto importante conoscere il proprio CCNL.

Le categorie regolamentate dai CCNL sono moltissime e rientrano nelle seguenti macro aree:

  •     Alimentari
  •     Chimica
  •     credito e assicurazioni
  •     Edilizia e legno
  •     Enti e Istituzioni Private
  •     Enti Pubblici
  •     Marittimi
  •     Meccanici
  •     Poligrafici e Spettacolo
  •     terziario e Servizi
  •     Tessili
  •     Trasporti

Quali sono i CCNL migliori in Italia

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La domanda sorge spontanea, quali sono i contratti nazionali migliori per chi svolge l’attività lavorativa? Naturalmente è possibile fare una comparazione basandosi su diversi aspetti regolati dal CCNL approfondendo report e statistiche, ma in questo caso ci occuperemo del tema che solitamente interessa di più il dipendente, ovvero lo stipendio. Inutile premettere che vi sono settori in cui lo stipendio minimo è più alto rispetto ad altri, tra questi troviamo il CCNL dei bancari e delle assicurazioni, seguiti da quello dei medici, dei farmacisti, del settore terziario e del commercio e infine quello delle telecomunicazioni. Altri CNNL con ottime condizioni contrattuali sono quello dei giornalisti, dei docenti, degli Ata, del settore turismo e infine quello dei metalmeccanici. Di contro, i contratti nazionali che prevedono degli stipendi minimi più bassi sono quelli per colf e badanti, lavoro domestico e consorzi agricoli.

Un occhio di riguardo va dato agli impiegati, dove troviamo in pole position il settore siderurgico, farmaceutico e petrolifero, mentre ad avere gli stipendi più bassi sono i pubblici esercizi e il commercio al dettaglio.

Concentrandosi invece sui quadri, i migliori CCNL sono quello dell’industria dell’abbigliamento e della moda e quello farmaceutico. A occupare le posizioni più basse in questo caso troviamo il settore alberghiero e dell’edilizia.

Benefit nel lavoro: chi può usufruirne 

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L’ingresso del welfare aziendale all’interno dei contratti nazionali è avvenuto oramai da qualche anno e ha dimostrato una sempre maggiore coscienza dell’importanza di piani di sostegno all’interno del rapporto tra azienda e dipendente. Tra i primi settori ad aver introdotto benefit aziendali troviamo quello dei metalmeccanici, dove vengono spesso offerti buoni pasto, in quanto facili da erogare e molto flessibili. A questo si aggiungono i buoni benzina, i buoni shopping, le borse di studio, corsi di formazione, attività sportive e culturali, visite specialistiche e servizi assistenziali.

Si sono in seguito aggiunti anche gli orafi-argentieri-gioiellieri, la cui intesa introduce flexible benefit dal valore di 200 euro annui da giugno 2020. I dipendenti potranno usufruire di buoni acquisto, servizi di assistenza, rimborso rette e spese scolastiche.

Infine, negli ultimi anni, ci sono stati ulteriori ingressi, come il settore delle telecomunicazioni, dei pubblici esercizi, di imprese ICT e di professionisti digitali e della cinematografia e produzione.

Autore: Avvocato Giacomo Locopo

Immagine di Giacomo Locopo

Nato a Catania il 25 febbraio 1970, l'avvocato ha conseguito la laurea in Giurisprudenza presso l'illustre Università degli Studi La Sapienza di Roma. Attualmente, è iscritto all'Albo dell'Ordine degli Avvocati nella città di Palmi, dove esercita la professione legale con competenza e dedizione.