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Dopo aver parlato del principio di colpevolezza, oggi vi presentiamo un approfondimento sull'ergastolo in Italia. Chi commette un delitto efferato è severamente punito dalla legge italiana. Nei casi più blandi si deve scontare una pena che varia a seconda della gravità del reato commesso. Quando però il crimine è davvero grave, come nei casi di omicidio, le pene possono essere ancora più severe; l’ergastolo fa parte di queste ultime, ed è regolato dall'art 22 del codice penale

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Definizione di'ergastolo in Italia

L’ordinamento giuridico italiano prevede che sia proprio l’ergastolo ad essere la pena più estreme, che un detenuto deve scontare per i suoi reati. L’ergastolo rappresenta dunque la reclusione a vita del soggetto che ha compiuto un grave delitto presso le carceri italiane. Il termine deriva da una struttura fisica vera e propria, nella quale anni or sono i condannati scontavano delle condanne particolari, definite nel gergo giudiziario dell’epoca come: fine pena mai.

Per discutere della storia dell'ergastolo dobbiamo arrivare fino all’antica Roma. Il termine denotava un campo di lavoro al quale erano destinati gli schiavi puniti. L’ergastolo è dunque previsto dall'art. 22 codice penale. La pena è perpetua ed è scontata con l'obbligo del lavoro e con l'isolamento notturno.

Ambito di giurisdizione

L’ergastolo in Italia è previsto per delitti efferati anche nei confronti di personalità dello Stato, omicidi e nei casi di più reati gravi ad opera della stessa persona, visto che per ciascuno è prevista la detenzione non inferiore ai ventiquattro anni. L’ergastolo è regolamentato dall’art 22 del Codice Penale. L’ergastolo prevede lo scontare della pena durante tutto l’arco di vita del carcerato e, inoltre, il regime di isolamento durante le ore notturne.

L’ergastolo non è ammissibile per i minori, perché, secondo quanto previsto dalla Corte Costituzionale, risulta incompatibile con lo scopo rieducativo previsto per le pene ai minorenni. Il detenuto potrà inoltre ottenere la libertà condizionata dopo aver scontato ventisei anni e per buona condotta. Con la riforma dell'Ordinamento penitenziario del 1987 ha poi consentito che il condannato all'ergastolo possa essere ammesso, dopo l'espiazione di , è inoltre possibile ottenere ulteriori riduzioni di pena. Trascorsi almeno dieci anni il detenuto potrà avere diritto a dei permessi premio e dopo venti anni alla semi libertà.

Il carattere perenne dell'ergastolo pone gravi problemi di compatibilità con l'art. 27 comma 3 della Costituzione e con la Legge Gozzini che ne dà attuazione. Quest’articolo recita infatti:

"Le pene devono tendere alla rieducazione del condannato". Posto all'attenzione della Corte Costituzionale la Consulta le ha sempre respinte sull'assunto che "funzione e fine della pena non sia solo il riadattamento dei delinquenti" e che la pena dell'ergastolo in Italia, come si è detto sopra, "non riveste più i caratteri della perpetuità"

La riforma dell'Ordinamento penitenziario del 1987 ha concesso che il condannato possa essere ammesso, dopo la condanna di almeno 10 anni di pena, ai permessi premio, nonché, dopo 20 anni, alla semilibertà.

Ergastolo in Italia e Codice antimafia: le ultime proposte

Ad appena sei mesi dalla sua entrata in vigore il codice antimafia ha già subìto la bellezza di 23 proposte di manutenzione. Tali proposte sono volte a migliorare le condizioni procedurali relative soprattutto al sequestro, alla confisca, alla gestione e alla destinazione dei patrimoni della mafia. Questo è solo una parte del risultato di una iniziativa promossa dall’Università di Palermo e dalla Fondazione “Progetto Legalità – in memoria di Paolo Borsellino”.

Progetto Legalità in Italia: la fondazione

ergastolo in italia

La Fondazione Progetto Legalità è un'organizzazione senza scopo di lucro nata nel 2005 in onore di Paolo Borsellino e delle altre vittime della mafia. La Fondazione è stata creata per continuare il lavoro del Progetto Legalità, una serie di iniziative promosse dall'Associazione Nazionale Magistrati – sezione distrettuale di Palermo, per sensibilizzare gli studenti sulla questione della mafia. Nel marzo 2008, la Fondazione è diventata un'ONLUS, ampliando il suo raggio d'azione.

La Fondazione supporta le scuole nella promozione dell'educazione alla cittadinanza, alla legalità e alla convivenza civile attraverso l'offerta gratuita di metodologie, percorsi e materiali. Il numero di scuole che partecipano al progetto è aumentato negli anni, coinvolgendo oltre 4.000 classi in tutta Italia fin dal 2003-2004. La Fondazione ha esteso la sua attività anche alle scuole carcerarie in memoria di Luca Crescente, magistrato e uno dei fondatori del Progetto Legalità.

Il crescente numero di partecipanti ai percorsi della Fondazione dimostra sia la validità dei programmi offerti alle scuole, con continui miglioramenti per soddisfare le richieste provenienti dalle scuole, sia l'impegno delle scuole stesse nella promozione di una formazione sociale del cittadino.

Ergastolo in Italia: i percorsi formativi

Ciascun percorso del progetto si suddivide in una fase di studio e di approfondimento del tema selezionato (mafia e criminalità organizzata, racket e usura, la Costituzione, ecc.), una fase di riflessione e una fase di azione in cui gli studenti sono chiamati a mettere in pratica quanto appreso. Inoltre, i percorsi prevedono anche incontri e confronti tra la scuola e la società, con l'obiettivo di favorire lo scambio di conoscenze. Questi incontri offrono agli studenti l'opportunità di confrontarsi direttamente con la società e di porre domande, mentre la società può comprendere le difficoltà affrontate dalla scuola nella formazione dei giovani cittadini.

Indagini patrimoniali e penali nel codice antimafia

Tra le tante proposte di lavoro c’è quella (non indifferente) di collegare alle indagini patrimoniali pure le indagini penali sulle responsabilità personali: questa unione, a detta di penalisti esperti nei codici procedurali della legge, farebbe sicuramente aumentare la capacità dello Stato di operare la confisca sottraendo alla mafia i suoi patrimoni.


Tra i ventitre punti sopra menzionati, infatti, ce ne è uno che riguarda l’effettiva titolarità della proposta della misura di prevenzione personale: andrebbero infatti introdotti i riferimento al potere di impulso e di coordinamento del procuratore nazionale antimafia (vedi Codice di procedura penale: articolo 371 bis, comma 2 e 3). Il Procuratore nazionale antimafia (attualmente è Piero Grasso) dovrebbe perciò entrare in scena anche per quanto concerne la titolarità della proposta; eppure l'attuale formulazione della legge sembra escludere questa possibilità.

In cosa consistono le indagini patrimoniali

Le indagini patrimoniali si risolvono in una serie di attività ed accertamenti volti ad appurare la consistenza del patrimonio di un soggetto e tutte le sue fonti di reddito: dalla presenza di beni immobili o mobili registrati alla partecipazione in quote aziendali (con relativi utili), passando per cariche e qualifiche, protesti, fallimenti e tutti i diversi recapiti utili a rintracciare la persona.

In questi casi, ti suggeriamo di affidarti a degli avvocati professionisti in grado di fornirti un servizio efficiente e risultati eccellenti nella ricerca di indagini patrimoniali.

Cosa ci permettono di scoprire?

Le indagini patrimoniali, dunque, ci permettono di ottenere un quadro completo e definitivo del protagonista della nostra ricerca, sia che si abbia a che fare con una persona fisica, sia che si tratti di una persona giuridica.
Tra le indagini che è possibile compiere troviamo:

  • proprietà immobiliari e mobiliari
  • beni mobili registrati quali autovetture o motocicli oltre che beni mobili come investimenti in titoli azionari o di altra natura, oltre che depositi
  • conti correnti (bancali e/o postali)
  • Crediti, donazioni
  • Recapiti per rintracciare il debitore
  • Posizione reddituale
  • Fallimenti, eventuali ipoteche, sequestri, condanne

In sostanza questo ci permette di verificare sia l’intestazione di beni specifici che l’eventuale presenza di vincoli.

Ricordiamo che, naturalmente, le indagini patrimoniali risultano previste sia da un articolo del Codice penale che in un decreto legislativo del 2011, perché unico mezzo attraverso il quale è possibile predisporre un eventuale sequestro del patrimonio immobiliare di una persona oltre che un mezzo per indagare sull’attività economica ed individuare le fonti di reddito, motivi per cui non vanno considerate delle attività illegali.

Come fare quest’indagine

Ad oggi è possibile compiere le indagini patrimoniali per recupero crediti anche tramite dei servizi online dotati di portali specializzati. Vi sono servizi come quelli offerti da VisureItalia che consentono di attuare delle indagini patrimoniali sia a persone fisiche che ad imprese in un tempo non troppo eccessivo, da qualche ora fino ad un massimo di 10 giorni lavorativi, in base alla complessità dell’indagine e alla precisione dei dati trovati. Oggi esiste la possibilità, inoltre, di poter effettuare ed ottenere un’indagine patrimoniale dotata dei soli elementi che vi interessano, ottenendo in tal senso un prezzo ridotto, si tratta di un’indagine offerta da Europol Investigazioni che vi permetterà di ottenere quanto desiderato comodamente online.

La confisca breve e il ruolo dell’Agenzia

Un’altra importante modifica da apportare al Codice antimafia riguarderebbe il tema della cosiddetta "confisca breve": nella pratica si tratta dei termini di efficacia del provvedimento di sequestro: i procedimenti di confisca ai patrimoni della mafia si rivelano, infatti, spesso impossibili (o comunque molto difficili) da perseguire a causa di una “discrepanza” tra il Codice e la Legge che reca solo conseguenze di estinzione e di non proseguibilità dei procedimenti medesimi.

Tuttavia tale distanza si potrebbe attenuare, questa è la proposta, modificando l’articolo 24 al comma 2 e aggiungendovi altri due comma. Verrebbe introdotto, inoltre, pure un Istituto di controllo giudiziario
Un’ulteriore questione riguarda poi il ruolo dell'Agenzia nazionale (alla cui guida c’è Giuseppe Caruso): per quanto concerne l’Agenzia la proposta di intervento intenderebbe modificare l'articolo 38 cancellandone i comma 3 e 4. In parole povere ciò significa che l'Agenzia assumerebbe l'amministrazione dei patrimoni della mafia in seguito alla confisca definitiva.

Autore: Avvocato Giacomo Locopo

Immagine di Giacomo Locopo

Nato a Catania il 25 febbraio 1970, l'avvocato ha conseguito la laurea in Giurisprudenza presso l'illustre Università degli Studi La Sapienza di Roma. Attualmente, è iscritto all'Albo dell'Ordine degli Avvocati nella città di Palmi, dove esercita la professione legale con competenza e dedizione.