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Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta esattamente, almeno a livello di diritto fiscale e tributario, quando si utilizza il termine scudo fiscale.

Quando viene utilizzato

Dunque, ha a che fare con comportamenti del contribuente non leciti dal punto di vista fiscale, che vengono sanati attraverso il pagamento di una tassa minima una tantum. A parte il caso italiano recente, in paesi come Stati Uniti, Regno Unito e Francia altri condoni fiscali sono stati effettuati in passato: questo ha portato al riconoscimento dell'identità degli evasori, e ha favorito i governi nella comprensione di tutti i sistemi che gli evasori hanno utilizzato per proteggere il proprio capitale all'estero.

Nel IV Governo Berlusconi, è stata introdotta in Italia la norma dello scudo fiscale con lo scopo di regolarizzare tutte le attività finanziarie e patrimoniali detenute in maniera illegale all'estero fino alla data del 31 dicembre, pagando una cifra pari al 5% come imposta di risarcimento gravata di interessi e sanzioni.

Grazie a tale provvedimento, si stima un rientro di capitali pari a circa Trecento miliardi di lire, anche se è prevedibile un mancato rientro di tutti i capitali espatriati; a questo va aggiunta anche l'impossibilità di recuperare tutti quei capitali che non sono stati depositati presso paradisi fiscali, in quanto per questi ultimi non è prevista l'obbligatorietà dello scudo fiscale.

Il provvedimento è stato votato dal parlamento il 24 Luglio 2009 con una mozione di fiducia, ed era contenuto in un emendamento del 15 Luglio 2009; è stato causa di numerose contestazioni da parte dell'opposizione e del quotidiano Avvenire, secondo i quali si tratta di una norma premia-furbi.

Chi beneficia dello scudo fiscale

Il Decreto legge n. 78 del 2009, e successive modifiche, che ha introdotto lo scudo fiscale, indica chi può usufruire dell’agevolazione. Si riferisce a tutti quei contribuenti che abbiano la residenza fiscale in Italia, nello specifico: persone fisiche, enti non commerciali, società semplici ed equiparate.
Il Decreto prevede che possono beneficiare anche gli eredi del contribuente che ha aggirato le norme fiscali e i contribuenti che avevano delle attività in comunione.

Il governo Renzi e la "Voluntary Disclosure"

Il governo Renzi, guidato dall'ex presidente del Consiglio Matteo Renzi, ha introdotto diverse politiche e riforme durante il suo mandato. Una delle iniziative più significative è stata la cosiddetta "Voluntary Disclosure", un programma che mirava a incentivare i cittadini italiani a regolarizzare la propria posizione fiscale. In questo articolo esploreremo l'impatto e le implicazioni di questa politica.

Cos'è la Voluntary Disclosure?

La "Voluntary Disclosure" è un programma di volontaria collaborazione con l'amministrazione finanziaria che offre ai contribuenti l'opportunità di regolarizzare la propria situazione fiscale in modo agevolato. L'obiettivo era quello di incentivare i contribuenti a dichiarare volontariamente i redditi e i patrimoni non dichiarati, offrendo in cambio benefici fiscali e l'evitare sanzioni penali.

Le motivazioni

La decisione di introdurre la Voluntary Disclosure è stata guidata da diversi fattori. Innanzitutto, l'Italia stava affrontando un'evasione fiscale diffusa, che aveva un impatto significativo sul bilancio dello Stato. Il governo Renzi ha ritenuto che una politica di questo genere potesse aiutare ad aumentare le entrate fiscali e a combattere l'evasione.

Inoltre, il governo voleva offrire un'opportunità ai cittadini di regolarizzare la propria posizione senza dover affrontare sanzioni penali. Questa politica ha dimostrato una certa apertura e volontà di dialogo con i contribuenti, promuovendo un clima di fiducia reciproca tra l'amministrazione finanziaria e i cittadini.

I risultati

La Voluntary Disclosure ha ottenuto risultati significativi durante il governo Renzi. Molti cittadini hanno deciso di aderire al programma, dichiarando redditi e patrimoni non precedentemente dichiarati. Questo ha portato ad un aumento delle entrate fiscali per lo Stato italiano e ha contribuito a ridurre il divario tra evasione fiscale e tassazione corretta.

Tuttavia, è importante notare che ci sono state anche critiche nei confronti del programma. Alcuni sostengono che la Voluntary Disclosure abbia favorito coloro che hanno evaso le tasse a discapito di coloro che hanno adempiuto ai loro obblighi fiscali. Ciò ha sollevato questioni di equità e ha suscitato il dibattito sulla giustezza di un programma che sembra premiare coloro che si sono sottratti alle proprie responsabilità fiscali.

Quando aderire

Il tempo previsto per aderire allo scudo fiscale è stato fissato al 30 settembre 2015. Fino a tale data si può fare richiesta per tutte le violazioni commesse fino alla data del 30 settembre 2014. Per ogni anno di evasione si devono pagare le imposte calcolate sui redditi conservati all’estero, fino a 5 anni precedenti. Se i redditi erano detenuti in quei Paesi facenti parte della black list definita dal Governo Italiano, gli anni da conteggiare e sui quali pagare l’imposta saranno dieci.
L’aliquota prevista è del 44% con la possibilità di pagare a rate ma, se il contribuente dovesse saltare un pagamento, non potrà più beneficiare dell’agevolazione.

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I vantaggi per i contribuenti evasori

Il primo vantaggio che salta subito agli occhi è che con la Sanatoria l’evasore non viene mandato in galera. Quindi, i reati fiscali commessi vengono neutralizzati e il contribuente pentito usufruisce di tutti i benefici derivanti dall’adesione alla “voluntary discolure”.

I paesi della Black List

La lista nera è l’elenco dei Paesi che hanno un regime fiscale privilegiato, vale a dire tasse ad un livello minimo o nullo, e definiti paradisi fiscali. Per questo motivo molti italiani, nel nostro caso, aprono conti all’estero per conservare il proprio reddito patrimoniale, con lo scopo di evadere il fisco italiano. I Paesi del mondo che rientrano in questa lista sono tantissimi ma, pian piano, alcuni cominciano ad uscire grazie ad accordi tra i governi.

L’ultimo scudo fiscale e future previsioni

L'ultimo scudo fiscale in Italia è stato introdotto dal governo guidato dal Presidente del Consiglio dei Ministri Paolo Gentiloni, tramite il Decreto Legge n. 50 del 24 aprile 2017, convertito in Legge n. 96 del 21 giugno 2017.

Il programma di scudo fiscale offriva ai contribuenti italiani e stranieri la possibilità di regolarizzare la propria situazione fiscale attraverso il pagamento di imposte, sanzioni e interessi relativi ai redditi e al patrimonio non dichiarati. Inoltre, il programma prevedeva una riduzione delle sanzioni in base all'anno di imposta a cui si riferiva la regolarizzazione, fino ad arrivare ad una riduzione del 50% per le somme relative all'anno di imposta 2016.

L'ultimo scudo fiscale in Italia ha avuto scarsi risultati, con un ammontare di capitali rientrati molto inferiore alle previsioni del Governo, probabilmente a causa dell'aumento delle tasse sugli immobili e delle pressioni internazionali contro l'evasione fiscale. In ogni caso, l'argomento delle politiche fiscali in Italia è ancora in evoluzione e sarà interessante vedere come evolveranno le politiche fiscali italiane nel futuro prossimo.

Al momento non risultano notizie ufficiali riguardanti la previsione di un nuovo scudo fiscale in Italia per il 2023 o nei prossimi anni. Tuttavia, l'argomento delle politiche fiscali è in continua evoluzione e potrebbe essere oggetto di discussioni e decisioni future da parte del governo italiano e del Parlamento.

È importante sottolineare che gli scudi fiscali non sono la soluzione definitiva per combattere l'evasione fiscale, ma possono rappresentare un'opzione temporanea per incentivare i contribuenti ad adempiere alle proprie obbligazioni fiscali. Tuttavia, il successo degli scudi fiscali dipende da molti fattori, come le condizioni economiche e sociali del paese, il livello di consapevolezza fiscale della popolazione e la capacità del governo di garantire una corretta applicazione delle regole fiscali.

FAQ

Che cos'è lo scudo fiscale?

Lo scudo fiscale è un meccanismo introdotto da alcuni governi per consentire ai contribuenti di regolarizzare i capitali non dichiarati detenuti all'estero pagando una tassa o un'imposta di riscatto, evitando così sanzioni penali. Questo strumento è spesso utilizzato in un contesto di lotta all'evasione fiscale e ai paradisi fiscali. Tuttavia, le specifiche di come funziona uno scudo fiscale possono variare a seconda delle legislazioni nazionali.

Come funziona lo scudo fiscale?

Lo scudo fiscale funziona consentendo ai contribuenti di dichiarare volontariamente i redditi o i capitali non dichiarati precedentemente, pagando un'imposta su tali importi. In cambio, le autorità fiscali rinunciano a perseguire penalmente il contribuente per l'evasione fiscale relativa a quei capitali. Spesso, il contribuente non è tenuto a fornire dettagli su come il denaro è stato accumulato o trasferito all'estero.

Quali sono i vantaggi dello scudo fiscale?

I vantaggi dello scudo fiscale dipendono da vari fattori. Per i contribuenti, uno dei principali vantaggi è la possibilità di evitare sanzioni penali per l'evasione fiscale e la pace della mente che deriva dalla regolarizzazione della propria situazione fiscale. Per le autorità fiscali, lo scudo fiscale può portare a un aumento delle entrate fiscali e può contribuire a scoraggiare la detenzione di capitali non dichiarati all'estero.

Quali sono le critiche allo scudo fiscale?

Le critiche allo scudo fiscale includono l'argomento che esso premia comportamenti illegali, incentivando l'evasione fiscale. Alcuni sostengono che lo scudo fiscale è ingiusto nei confronti dei contribuenti onesti che hanno sempre pagato le loro tasse. Inoltre, esiste la preoccupazione che, senza riforme strutturali per prevenire l'evasione fiscale, lo scudo fiscale possa essere visto semplicemente come un modo per "ripulire" i capitali nascosti senza affrontare la causa fondamentale del problema.

Chi può usufruire dello scudo fiscale?

Le specifiche su chi può usufruire dello scudo fiscale variano a seconda delle leggi di ciascun paese. Tuttavia, in generale, lo scudo fiscale è disponibile per i contribuenti che hanno capitali non dichiarati all'estero. Questo può includere sia persone fisiche che entità aziendali. È sempre consigliabile consultare un consulente fiscale o legale per capire se si è idonei a partecipare a un programma di scudo fiscale.

Autore: Avvocato Giacomo Locopo

Immagine di Giacomo Locopo

Nato a Catania il 25 febbraio 1970, l'avvocato ha conseguito la laurea in Giurisprudenza presso l'illustre Università degli Studi La Sapienza di Roma. Attualmente, è iscritto all'Albo dell'Ordine degli Avvocati nella città di Palmi, dove esercita la professione legale con competenza e dedizione.