La figura del magistrato, in sede di diritto e nell'ambito della Giurisprudenza, è colui che detiene il “magistero”, ovvero è il titolare di un ufficio pubblico. In particolare, per magistrato si intende un funzionario che viene ad assumere la funzione di giudice ed eventualmente di Pubblico ministero. Nel caso specifico italiano, alcuni magistrati possono anche detenere uffici della pubblica amministrazione.
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- Magistrato come Giudice
- Il contrasto tra Governo e magistrati sulle ferie
- Processo come rapporto giuridico
- Processo civile
- Domanda
- Composizione
- Processo Penale
- Ambiti
- Processo penale in Italia
- Breve
Per accedere alla carriera di magistrato, è necessario conseguire la laurea in Giurisprudenza.
Magistrato come Giudice
Quando un magistrato assume la funzione giudicante, viene a ricoprire il ruolo di giudice. In questo caso, il magistrato va ad applicare una serie di norme del diritto nello svolgimento di un processo, e dunque rende operanti tale norme all'interno di un caso concreto.
In questo caso, il magistrato dovrà operare in condizioni di indipendenza, terzietà e imparzialità rispetto non solo alle parti in causa, ma anche all'esito del processo. A seconda del campo di appartenenza del processo, il magistrato in quanto giudice può essere amministrativo, civile, tributario, ecc...
Magistrato come Pubblico ministero
In determinati casi, nell'amministrare la giustizia, il magistrato può dover svolgere la funzione di rappresentare la collettività: si parla in questo caso di Pubblico Ministero. Questa figura va ad avviare un procedimento legale ricoprendo il ruolo di pubblica accusa, andando dunque a svolgere indagini in merito al reato, in collaborazione con le forze di Polizia.
Così come i giudici, i Pubblici Ministeri, e dunque in generale i magistrati, godono di garanzie di indipendenza. La magistratura è infatti un organo che da costituzione è indipendente dagli altri due poteri dello Stato.
Il contrasto tra Governo e magistrati sulle ferie
C’è un argomento che ha posto al centro delle cronache la figura del magistrato, ossia il taglio delle ferie da 45 giorni a 30 giorni deciso dal Governo Renzi. I magistrati hanno raccolto le firme per un ricorso collettivo al Tar (Tribunale Amministrativo Regionale) poggiando la loro decisione su tre presupposti:
- illegittimità costituzionale;
- errata interpretazione sulla fascia dei magistrati da coinvolgere;
- richiesta di monetizzazione delle mancate ferie con un compenso equivalente a metà stipendio.
E’ scaturito così un muro contro muro tra gli esponenti del Governo (Premier Renzi in primis) e autorità giudiziaria, che contesta questa presa di posizione dell’esecutivo. Il tutto ha creato finora un pasticcio di norme e un decreto legge che ancora non ha visto la luce completa, per un dibattito che non si sa quanto potrebbe andare avanti, andando a danneggiare entrambe le categorie. Si vedrà nel futuro cosa porterà questo scontro frontale, se benefici o meno per la comunità cittadina.
La categoria da proteggere: i magistrati per la lotta alla mafia
Al di là del muro contro muro, quando si parla di magistrati non si può non far riferimento a quella classe di professionisti che lottano contro le mafie e ogni giorno devono vivere con la paura di morire. Una vita da trascorrere sempre sotto scorta, andando a danneggiare anche quell’insieme di comportamenti non più attuabili anche per la famiglia. Un senso dello Stato messo sopra a tutto, per difendere la Patria da quelle infiltrazioni mafiose che prima sparava per strada e ora si è infilata nel tessuto economico-sociale del Paese a livello imprenditoriale. Un mix di business che sfocia nell’illegalità, come traffico di droga o dei rifiuti tossici. Questi magistrati, che vivono sui grandi esempi del passato, non hanno bisogno di parlare di ferie perchè probabilmente un giorno di ferie non lo vivranno mai come fanno tutti gli italiani. Queste persone sono quelle da difendere e proteggere e il Paese Italia deve fare di tutto per offrire la massima sicurezza a questi professionisti che lottano ogni giorno con la paura di morire. Ma per loro questa paura non esiste.
Processo come rapporto giuridico
Per Processo, in ambito di diritto, si intende un qualsiasi procedimento mediante cui va ad esercitarsi la funzione giurisdizionale.
In particolare il processo consiste di una sequenza di atti giuridici, detti atti processuali, che vengono realizzati da determinati soggetti, ovvero il giudice, il pubblico ministero, e altri organi come il cancelliere e l'ufficiale giudiziario.
Questi atti giuridici vengono posti in essere secondo determinate norme processuali, ordinate in precedenza da un provvedimento giurisdizionale.
Il procedimento può venire considerato anche come un rapporto giuridico che si realizza fra due parti, in cui il giudice funge da terza parte.
Talvolta, il termine processo può essere sostituito da altri termini giuridici come causa e giudizio, o ancora con il termine procedimento.
Tipologie
Il processo, a seconda della controversia cui afferisce, può distinguersi in:
- civile, ovvero processo che vuole risolvere controversie in materia di diritto privato o in cui è parte la pubblica amministrazione;
- penale, ovvero processo che vuole risolvere controversie specifiche in materia di responsabilità di un soggetto in merito ad un reato, e la pena conseguente;
- amministrativo, ovvero un processo che determina la risoluzione di controversie relative a rapporti giuridici concernenti la pubblica amministrazione, solo nel caso in cui l'ordinamento giuridico le deleghi al giudice amministrativo.
Diritto Processuale
Per diritto processuale si intende l'insieme di norme giuridiche aventi a che fare con l'ordine degli atti processuali, la loro forma e i vari termini da rispettare, nonché tutti gli organi e soggetti competenti.
Processo civile
Nel diritto italiano, sotto la categoria dei processi, andiamo ad analizzare il cosiddetto procedimento civile.
Il procedimento civile è uno strumento giuridico che ha come obiettivo quello di andare a dirimere tutte le controversie sorte in ambito di diritto privato. Trova le sue fondamenta nei principi di diritto processuale civile, presenti principalmente nel Codice di Procedura Civile.
Le parti del processo civile sono l'attore ed il convenuto, giudicati dall'organo giudicante.
Domanda
L'atto che dà inizio al procedimento civile è la domanda, presentata sotto forma di atto di citazione, strumento attraverso cui un soggetto va a chiedere tutela giurisdizionale.
La domanda del processo civile è rivolta a due destinatari: il convenuto, ovvero il soggetto nei cui confronti è mossa la domanda, ed il giudice, ovvero il soggetto a cui si chiede la tutela.
Nel Codice di Procedura Civile è possibile trovare tutti i riferimenti normativi relativi al processo civile.
Funzione
A seconda della dottrina di riferimento, il procedimento civile può svolgere una duplice funzione. In primis, il processo civile avrebbe come finalità la realizzazione e l'esercizio del diritto di un singolo. L'altra, più coerente con l'impostazione del diritto nel Novecento, individua nel processo civile una funzione pubblica volta a reintegrare un determinato diritto oggettivo.
Importanza del diritto processuale civile
Il complesso delle norme giuridiche che, all'interno di uno stato, va a regolare il normale svolgimento del dibatimento civile viene denominato diritto processuale civile.
Il diritto processuale civile è dunque la procedura che lo Stato offre ai propri cittadini per risolvere tutte le varie controversie relative al diritto privato.
Chi è interessato può sfogliare tutte le norme inerenti questo tipo di argomenti nel Codice di Procedura Civile
Composizione
All'interno dell'ordinamento giuridico del diritto processuale civile, esiste una partizione fra diritto sostanziale e diritto strumentale.
Il diritto sostanziale va a dettare una serie di norme necessarie alla convivenza civile e valide affinchè si svolgano rapporti fra i cittadini in maniera fisiologica.
Forme di tutela
Il diritto processuale civile, a seconda delle forme in cui si deve declinare la tutela del legislatore, individua tre diverse tipologie: la tutela cognitiva, la tutela esecutiva e la tutela cautelare.
Processo Penale
Fra le varie tipologie di processo, identifichiamo il processo penale come il modo in cui va ad attuarsi la tutela dei diritti che vengono sanciti nell'ambito del Diritto penale. Durante un processo penale, i giudici vanno ad accertare qualsiasi reato commesso da un cittadino per poi sanzionarlo e punirlo
Ambiti
Il dibatimento penale serve a garantire l'uguaglianza dei cittadini davanti alla legge: per questo motivo avviene la sanzione, tramite appunto la condanna a scontare una pena stabilita, per non aver rispettato determinati aspetti formali della legge di uno Stato.
Un processo penale può essere suddiviso in accusatorio o inquisitorio.
Accusatorio
Questo modello di processo penale prevede che la dialettica fra le due parti in conflitto sia il nodo principale della controversia in atto: per dirimere tale controversia viene richiesto l'intervento di una terza parte estranea al conflitto.
Inquisitorio
Questo secondo modello di processo penale vede la congiunzione delle due figure di accusatore e giudicante in un'unica figura.
È chiaro che questa suddivisione è una semplice astrazione, e non è mai possibile delineare in maniera netta il confine fra i due tipi di processo penale.
Processo penale in Italia
In Italia l'ultima riforma del codice di procedura penale risale al 1988, ed è andata a migliorare il codice Rocco oramai giunto ad una serie di contraddizioni interne e incongruenze incostituzionali. In questi giorni è in discussione la riforma del cosiddetto Processo Breve.
Il testo normativo sui cui si basa ogni tipologia di dibattimento penale, è reperibile alla pagina seguente: CODICE DI PROCEDURA PENALE
Breve
Durante la Legislatura numero 16, è stato presentato un disegno di legge, denominato Processo Breve, con l'obiettivo di riformare la durata temporale dei processi. In particolare, il disegno di legge sul processo breve è il numero 1880: “Misure per la tutela del cittadino contro la durata indeterminata dei processi", ed è stato presentato dal ministro Gasparri.
Il ddl su processo breve è stato presentato al Senato nel novembre del 2009, che ne ha approvato il testo nel gennaio del 2010. Prima di poter entrare in vigore dovrà essere approvato anche dalla Camera dei Deputati.
Caratteristiche
Il ddl sul dibattimento breve si articola su 3 punti: i termini di estinzione del dibattimento, l'equa riparazione, la norma transitoria.
Per quanto riguarda il primo punto, il processo si ritiene estinto se non si raggiunge il giudizio nei seguenti casi:
in caso di reati commessi dopo il maggio 2006 e con pene inferiori nel massimo a 10 anni:
dopo 2 anni per ogni grado di giudizio
in caso di reati per mafia e terrorismo:
5 anni per il primo grado
3 anni per l'appello
2 anni per la Cassazione
Equa riparazione
Il soggetto interessato può fare domanda di equa riparazione nel caso il processo subisca un ritardo e, in caso di accoglimento, il rimborso andrà pagato entro 120 giorni. L'organismo a cui rivolgersi è la Corte d'appello.
Norma transitoria
Nel ddl approvato in Senato è compresa una norma transitoria relativa a quei processi in corso relativi a reati indultati o indultabili, precedenti il maggio 2006 con pene inferiori ai 10 anni, che determina una prescrizione del reato dopo due anni di processo di primo grado a imputati incensurati.