Nel diritto ci troviamo di fronte al comodato quando abbiamo un contratto attraverso cui un soggetto definito comodante, consegna ad un secondo soggetto detto comodatario, un bene mobile o immobile, con lo scopo di servirsene per un periodo determinato, avendo l'obbligo di restituire il bene al termine del suo utilizzo: è dunque ciò che normalmente chiamiamo come prestito, ma a volte può essere considerato anche il comodato oneroso
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Legislazione sul comodato gratuito e oneroso
Il comodato oneroso fa parte dei cosiddetti contratti reali, ovvero si può dichiarare concluso nel momento in cui avviene la consegna della cosa. Prima di tale consegna, si avrà un contratto preliminare oppure una trattativa; viene regolato nell'ambito del codice civile, libro quarto, titolo terzo, sezione terza, al capo XIV rubricato "Del comodato".
Il comportamento è dunque un capo composto dagli articoli che vanno dal 1803 al 1812, più altre norme tributarie sparse che impongono la sua registrazione per evitare la sua stessa nullità.
Il contratto di comodato, stando all'art. 1803 c.c., rubricato "definizione", è essenzialmente gratuito, poiché se ci fosse di mezzo il denaro staremmo parlando di locazione, ovvero di affitto. Pertanto quando si definisce qualcosa come “gratuito” si sta ribadendo un concetto già di per sé definito in sé.
Quando si parla di contratto con oneri?
E' tuttavia possibile parlare di comodato oneroso quando il bene viene ricevuto in cambio di una prestazione, come ad esempio quando si riceve un immobile per un periodo, in cambio della cura di alcune parti dello stesso. Inoltre, la Cassazione ha stabilito che può essere oneroso anche qualora il comodatario pagasse una somma periodica come rimborso di determinate spese (Cass. 2001, n. 3021).
Il comodato d’uso per gli immobili
Per quanto riguarda il comodato d’uso per l’affitto degli immobili, il Codice Civile disciplina questa materia dall’articolo 1803 all’articolo 1812. Questa tipologia contrattuale può essere stipulata sia per forma scritta che verbale: generalmente si è soliti utilizzare questa tipologia per parenti di 1° grado, in modo da non creare diatribe ed equivoci con i proprietari.
Invece, se si vuole utilizzare la forma scritta, si deve procedere alla scrittura dei dati su carta intestata, la quale deve essere inviata a mezzo raccomandata.
C’è da aggiungere una differenza tra la tipologia contrattuale dei beni mobili e quelli immobili. In quest’ultimo caso, la tassa di registro da pagare è pari a € 168.00, sia che esso appartenga alla forma pubblica o privata dell’atto.
Colui che usufruisce del bene in comodato, è tenuto a rispettare nel migliore dei modi l’immobile, con l’obbligo di non cederlo per altri scopi e di utilizzarlo solo per il fine previsto dall’accordo.
Cosa bisogna sapere?
Negli articoli dal 1803 al 1812, sono specificate tutte le nozioni da sapere nella tipologia del contratto per comodato d’uso per immobili. Ecco le principali:
- non si può cedere ad altro l’utilizzo dell’immobile
- qualora non vengano rispettati i patti dell’accordo, il comodante ha la facoltà di chiedere immediatamente la restituzione dell’immobile
- se gli oggetti si deteriorano per il loro utilizzo e senza la colpa del comodatario, quest’ultimo non risponde di tale deterioramento
- nelle spese straordinarie e di urgenza, il comodatario può richiedere il rimborso delle spese
- l’immobile deve essere restituito al termine della scadenza dell’accordo tra le parti
- in assenza di accordi sulla durata dell’accordo, il comodatario restituirà l’immobile appena arriverà la richiesta della controparte.
- dall’articolo 1803, si evince che questa tipologia è essenzialmente gratuita, altrimenti si rientrerebbe in un’altra tipologia contrattuale, ossia quella della locazione, che prevede altre norme e regolamenti. Tecnicamente, il comodato fa parte dei contratti reali, per la cui conclusione è necessaria la consegna della “cosa” o immobile.