I lavoratori devono essere assicurati all’Inail (il lavoro parasubordinato ha assunto maggiore importanza con il decreto legislativo del 10 settembre 2003 (il n. 276), che recava attuazione delle deleghe in materia di occupazione e mercato del lavoro.
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Le caratteristiche
Una delle caratteristiche principali del contratto di lavoro parasubordinato è il fatto che esiste in maniera parallela subordinazione e autonomia. Per quel che concerne la conclusione degli stessi, l'agente deve godere di una certa autonomia negoziale. La sua prestazione in favore del preponente fa parte di un rapporto destinato a durare.
Fine dell’era di questo contratto? Ecco cosa dice il Governo
Questo tipo di lavoro parasubordinato, insieme ad altre tipologie, ha per anni caratterizzato l’Italia come un Paese all’insegna del precariato. Persone, soprattutto giovani, che non potevano permettersi un minimo di futuro perché il contratto gli veniva rinnovato di volta in volta, salvo arrivare in talune condizioni dove si veniva scartati. Arrivederci e grazie, con i giovani costretti a ricominciare daccapo in uno scenario generale che peggiorava vista la grave incidenza della crisi economica sull’occupazione in Italia (nel 2014 si è arrivati al 12.9% di disoccupazione e al 43% di disoccupazione giovanile). Il Governo Renzi ha puntato forte sul Jobs Act che nelle intenzioni del Premier dovrebbe dare più respiro alla ripresa occupazionale, con il famoso contratto a tutele crescenti e l’abbandono delle forme di precariato ora esistenti.
Il Presidente del Consiglio ha infatti dichiarato che 200mila lavoratori, che attualmente appartengono alla categoria del lavoro parasubordinato, con la riforma del Jobs tramite i decreti attuativi in via di approvazione, passeranno dai celebri co.co.co a un contratto a tempo indeterminato. Il contratto a tutele crescenti è infatti l’asse portante di tutta la riforma e proprio per questo motivo viene stimolato dal Governo a favore delle imprese, che potranno beneficiare in questo caso di agevolazioni fiscali per assumere più persone. Stesso dicasi del contratto apprendistato, che porterà maggiori benefici all’azienda. Sarà superato anche l’articolo 18 contenuto nello Statuto dei Lavoratori: se prima (al di sopra di aziende con quindici dipendenti) si poteva essere tutelati, ora per i primi anni viene ridotto il campo d’azione dell’articolo 18, fatti salvi i licenziamenti illegittimi per discriminazione o in alcuni casi disciplinari.
La regola generale sarà quella dell’indennizzo economico.
La speranza è che dopo tante chiacchiere e discussioni ci sia davvero in Italia una ripresa dell’occupazione, che possa portare finalmente un avvenire ai nostri tanti giovani che hanno vissuto in questi anni da disoccupati o al massimo con contratti che non avevano nessuna tutela, dalla malattia alle ferie fino al rispetto dei diritti. E’ tempo di dire fine all’era dei co.co.co e co.co.pro e lavoro parasubordinato che sono stati il simbolo di una generazione che ha visto colpire duramente la forza lavoro giovanile.