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Le multe per divieto di sosta possono essere comminate o perchè non viene rispettato il segnale di divieto, oppure perchè non si è messa in mostra la ricevuta per la sosta in un'area dove è previsto il pagamento.

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Vediamo innanzitutto il secondo caso, ovvero le multe per divieto di sosta in area a pagamento, in cui l'agente non ha avuto modo di verificare la presenza della ricevuta di pagamento.

Come gestire le multe per divieto di sosta

Ricevere delle multe per divieto di sosta può essere un momento frustrante. Ma è importante sapere come gestire la situazione correttamente, e che cosa fare dopo aver ricevuto la multa. Questo articolo offrirà consigli su come pagare la multa, quando e come appellarsi, e quali sono le regole da seguire.

Pagare le sanzioni

La maggior parte delle persone paga immediatamente le multe per divieto di sosta in modo da non doversi preoccupare di conseguenze peggiori. Ci sono diversi metodi che puoi utilizzare per pagare la tua multa, tra cui: bonifico bancario, bollettino postale o online tramite il sito web dell'ente locale. Quando fai il pagamento assicurati di controllare se hai bisogno di fornire anche il codice identificativo della multa. Dovrai anche verificare quanto tempo hai a disposizione per effettuare il pagamento prima che venga applicata un'ulteriore penale.

Contestare le multe

In alcuni casi potresti voler contestare le multe per divieto di sosta ricevute. Se ritieni che tu ne abbia diritto devi farlo entro 28 gironi dalla data di notificazione della contravvenzione o entro 14 gironi dal pagamento della stessa in base all'opzione scelta. Prima di iniziarne l'iter è importante leggere attentamente tutti i termini e le condizioni dell'appello così da presentarlo nel modo più efficace possibile e capirne appieno la procedura.

Regole da seguire quando si riceve un verbale di parcheggio in sosta vietata

Cercare sempre di evitare le infrazioni di parcheggio poiché portano a conseguenze legali e finanziarie, a volte anche a serie sanzioni quali il ritiro temporaneo della patente. Inoltre è bene ricordarsi di attenersi sempre alle linee guida indicate nelle diverse aree di sosta pertanto in città come nelle aree parco. Nel caso in cui si ricevessero delle multe per divieto di sosta senza avere commesso un effettivo intento di violare la legge possiamo consultare la situazione del nostro municipio oppure utilizzare la sezione dei social network per informarci sulle procedure esistenti per poter ricorrere in appello in tempi ragionevoli.

Mancata visione della ricevuta: influisce sull'importo?

Se il ticket del pagamento non è stato visto dall'agente, per sua disattenzione oppure perchè l'autista ha posizionato la ricevuta stessa in una posizione effettivamente non visibile, è possibile contestarla.

Per contestare le multe per divieto di sosta, è necessario conservare il biglietto del parcheggio e allegarlo come documentazione all'atto del ricorso al giudice di pace.
Se le multe per divieto di sosta, come spesso accade, arrivano dopo diversi mesi e non si è più in possesso del ticket, è possibile procedere in altro modo al ricorso.

Quando il “gratta e sosta” scade

Nei casi in cui l’automobilista ha pagato il parcheggio e fa scadere il “gratta e sosta”, la multa non è valida. Con i pareri ministeriali n. 25783 del 22 Marzo 2010 e n. 3615 del 5 Luglio 2011, è stato confermato che in questi casi non si può essere multati. I Vigili Urbani non sono autorizzati ad elevare le multe per divieto di sosta nei confronti di questi automobilisti. E’ possibile, invece, richiedere una integrazione al biglietto già pagato con una maggiorazione stabilita da ogni Comune.

Ricorso e contestazione per le strisce blu e zona invalidi

Se non si è pagato il parcheggio sulle strisce blu in un'area diversa da quella prevista dal codice, è possibile far annullare la multa basandoci sulla semplice normativa del codice della strada, secondo cui:

  1. art. 7, comma VIII
  2. art. 3, comma I, n. 7

Fare ricorso al giudice di pace impugnando questa motivazione e allegando una foto della vettura e della zona di parcheggio, garantisce l'annullamento delle multe per divieto di sosta.

Pagamento della sanzione e punti della patente. Meglio le auto a noleggio e/o l'autobus della rimozione

Il costo di una multa è di 41 euro per il divieto di sosta che diventa 84 euro per il divieto di parcheggio sui marciapiedi e le piste ciclabili. A questo si aggiunge la detrazione di due punti dalla patente. Da agosto 2013, la Legge 9 agosto 2013 n° 69, ha stabilito che chi paga le multe entro 5 giorni dalla notifica usufruisce di uno sconto del 30% sul costo dell’infrazione. Il termine indicato si riferisce sia se la multa viene pagata immediatamente, cioè nel momento in cui viene elevata, sia a quella che viene notificata per posta presso il domicilio. Nel secondo caso, le spese di notifica non sono contemplate nello sconto, infatti il costo sarà di 57 euro. Di conseguenza, l’ammontare della multa sarà di 28,70 euro se si paga entro i cinque giorni.
A pagamento avvenuto, non si può più fare ricorso al Giudice di Pace o al Prefetto.

Il caso del divieto temporaneo: occhio agli ausiliari del traffico se il conducente rimane a bordo

immagine per Multe per divieto di sosta

Con riferimento alla sentenza 5663 del 20 marzo 2015, la Cassazione ha affermato che anche chi non rispetta il divieto di sosta temporaneo è tenuto a pagare una multa qualora gli venga contestata. Si tratta di un caso particolare che si verifica quando l’automobilista lascia per alcuni giorni l’auto in una zona dove non c’è nessun divieto ma che, successivamente, si trasformi in una zona con divieto. Il motivo può derivare da esigenze di carattere tecnico o di pulizia e il gestore ha l’obbligo di segnalare il cambiamento almeno 48 ore prima. Il cartello temporaneo diventa valido allo scadere dei due giorni di preavviso (art. 6 del Codice della Strada). La responsabilità è dell’automobilista che deve verificare l’effettiva possibilità di parcheggio anche nei giorni seguenti.

Condono delle multe: come funziona questa procedura 

In questi anni, diverse volte abbiamo sentito parlare direttamente o magari in TV di sanzioni amministrative comminate e quindi elargite a determinati soggetti o società, aziende o imprese attraverso una multa. Un esempio possono essere quelle che periodicamente vengono sanzionate agli automobilisti per eccesso di velocità oppure per un parcheggio in luogo vietato. Per le società, aziende o imprese, invece, può accadere di essere sanzionate per comportamenti illeciti, quali ad esempio quelli lesivi della legittima concorrenza in un mercato commerciale. Cerchiamo di approfondire meglio cosa sia in effetti tale sanzione.

La multa, è una pena pecuniaria, ossia un a pena in cui si obbliga il pagamento al fisco di una somma di denaro alla pubblica amministrazione. Questa tipologia di pena, viene utilizzata molto frequentemente nelle società, aziende o imprese contemporanee, dove si tende ad utilizzarla per punire reati meno gravi o comunque per reati un po’ più gravi, in aggiunta della pena detentiva (l’incarceramento).

Tuttavia, bisogna fare attenzione a non confondere, come purtroppo spesso succede, la multa amministrativa dall'ammenda. Infatti, mentre la prima è prevista per i delitti, la seconda soltanto per le contravvenzioni. I delitti sono dei reati più gravi rispetto a queste ultime e vi rientrano, tra gli altri, il furto e la truffa, mentre nelle altre ipotesi più criminose (come l'omicidio ad esempio), possono condurre all'ergastolo, oltre che alla multa appunto.

Il Codice penale italiano, precisa chiaramente che una multa consiste nel pagamento allo Stato e al fisco di una cifra che non sia inferiore ai 50€ e che non sia superiore ai 50.000€. Come abbiamo già detto, per alcuni diritti la pena che verrà assegnata al facitore di tali delitti, è la multa, mentre per altri delitti, la multa sarà applicata in congiunzione o alternativamente alla pena di reclusione, ma in caso la reclusione fosse minore di sei mesi, potrà essere sostituita dal giudice o magistrato, tramite sentenza, solamente con una multa.

La cifra da pagare per una multa, può variare in base alle condizioni economiche del multato. Infatti, secondo l’articolo 133 bis, il giudice o magistrato, tramite sentenza potrà aumentare la multa stabilita fino al triplo della cifra iniziale, oppure diminuirla fino ad un terzo della cifra iniziale, quando viene ritenuto, in base alle condizioni economiche del multato, che la cifra stabilita per la sanzione di un reato sia inefficace sia se il pagamento è troppo elevato, sia se il pagamento è ritenuto insufficiente.

Inizialmente, secondo l’articolo 136, il mancato pagamento al fisco di una multa, si trasformava automaticamente nella pena di reclusione. La Corte costituzionale però, nel Novembre del 1979, annullò questa normativa. Ora, l’articolo 102 della legge dice che la multa non pagata per insolvibilità da parte del multato, si trasformerà in libertà controllata oppure se il multato lo richiede, in lavoro sostitutivo.

Il ragguaglio ha luogo calcolando un giorno di libertà controllata per ogni 38 euro o frazione di multa e un giorno di lavoro sostitutivo per ogni 25 euro o frazione di multa. Sia che abbia scelto la libertà controllata, sia se abbia scelto il lavoro sostitutivo, il condannato potrà scegliere di far cessare la pena sostitutiva pagando la cifra totale della multa, aggiungendo quindi i propri soldi al ragguaglio guadagnato scontando la libertà controllata o il lavoro sostitutivo.

Per coloro che volessero conoscere in maniera più approfondita l'argomento delle multe nell'ambito del Codice Penale, si può fare riferimento agli articoli 24, 133 bis e 136 (che parlano della multa appunto, delle condizioni economiche del reo e delle modalità di conversione delle pene pecuniarie) e 172, 196 e 197 (che riguardano l'estinzione della multa amministrativa per decorso del tempo e dell'obbligazione civile delle multe per le persone fisiche e giuridiche). Tuttavia, esiste anche una sorta di possibilità per non pagarle o pagarne soltanto una quota.

Il condono delle multe è uno dei classici stratagemmi all'italiana, con il quale privati cittadini e Pubblica Amministrazione, raggiungono un accordo in ordine a pregressi comportamenti irregolari dei primi, sanzionati dalla seconda.

Il condono delle multe non è una Sanatoria tout court delle multe prese in esame. Di solito riguarda parti di esse, per esempio la parte concernente gli interessi di mora maturati dal giorno della scadenza che, a distanza di anni, non son proprio bruscolotti. Grazie alla autonomia decentrata, da qualche anno spetta ai singoli Comuni disporre il condono delle multe e i tratti salienti che esso deve avere: campo d'azione e tempi in primis.

Alcuni sì altri no: cosa dice la legge

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Spesso l'opinione pubblica italiana, si è divisa sulle forme e i contenuti dei condoni. Il giudizio, più o meno negativo, da parte di un giudice o magistrato, tramite sentenza, è stato inversamente proporzionale al bacino d'utenza beneficiario del condono delle multe. Quindi i "condoni delle sanzioni penali" (indulti), riguardando pochi cittadini, sono stati invisi all'opinione pubblica e hanno generato violente polemiche.

Mentre i "condoni fiscali" (come appunto quello delle multe), investendo dei loro benefici porzioni più ampie della società, aziende o imprese, non hanno sollevato le stesse polemiche e sono stati accolti con maggior favore. 

Condono delle Multe: perchè?

Cosa spinge una Pubblica Amministrazione a proporre un condono delle multe? Si sa, la burocrazia è un mostruoso leviatano, farraginoso ostacolo per il privato cittadino, ma anche impedimento di corretto funzionamento per la Pubblica Amministrazione. I tempi lunghi della giustizia, la burocrazia, i cittadini reticenti, i ricorsi e gli errori, rendono spesso irto di ostacoli il percorso della riscossione delle multe comminate dalla Pubblica Amministrazione.

E la prescrizione è sempre in agguato. Il condono delle multe è semplicemente il mezzo più semplice per rimpinguare le casse comunali in tempi rapidi. La P.A. rinuncia al proprio ruolo, premia il cittadino reticente rispetto a quello onesto. I termini del condono delle multe(dell'accordo) sono dettati dalla Pubblica Amministrazione, ma affinchè vi sia una buona adesione da parte dei cittadini, i termini dovranno essere appetibili: è così che la questione si traduce in un Saldo di Fine stagione. 

Aspettiamo il prossimo?

La tentazione potrebbe esserci. I telefilm americani ci hanno suggerito di riempire il cruscotto delle nostre auto di multe non pagate. È una soluzione accettabile? Ogni cittadino ha diritto di aderire ai condoni, poichè espressione di legalità dello Stato, seppur moralmente controversi.

Ma ogni cittadino ha anche il diritto di pagarle, le multe. Sempre opporsi con forza e fierezza agli abusi e soprusi che la Pubblica Amministrazione perpetra quotidianamente nei confronti dei cittadini: mai pagare multe ambigue, sotto l'atavico ricatto "reagire costa più che pagare". Allo stesso modo, se nella buca delle lettere troviamo la tanto temuta multa di quella volta che siamo passati con il rosso, paghiamola, che è meglio.

Recentemente il governo ha previsto proprio la possibilità di effettuare una sorta di condono, chiamato "Pacificazione Fiscale", destinato a coloro che si ritrovano il bollo o delle multe stradali non pagate. Le ipotesi riguardano la cancellazione totale del debito per delle cartelle non pagate tra il 2000 ed il 2010 e di importo inferiore ai 1.000 Euro oppure, per quelle superiori a tale cifra, si cancelleranno le more e gli interessi. E' prevista una scadenza per accedere a tale condono ed un'eventuale rateizzazione valida per legge.
In questi ultimi vent'anni, d'altronde, i diversi governi succedutisi alla guida del Paese hanno offerto diverse opportunità di condono delle multe ai propri cittadini, per quanto riguarda diverse tipologie di delitti, più o meno gravi. Di conseguenza, sebbene la tentazione di aspettare e vedere di rientrare in qualcuno di tali condoni sia grande, il rispetto e l'etica sociale vorrebbe che le multe, quelle giustamente comminate, siano comunque da pagare.

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Autore: Avvocato Giacomo Locopo

Immagine di Giacomo Locopo

Nato a Catania il 25 febbraio 1970, l'avvocato ha conseguito la laurea in Giurisprudenza presso l'illustre Università degli Studi La Sapienza di Roma. Attualmente, è iscritto all'Albo dell'Ordine degli Avvocati nella città di Palmi, dove esercita la professione legale con competenza e dedizione.