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Benvenuti in un altro articolo firmato Portal Diritto! Per meglio comprendere le dinamiche legate alle casse del denaro, ma anche per fare investimenti personali oculati, è altresì importante sapere che esistono determinati indici e valori che influiscono in modo davvero dominante sull'economia italiana e sulle casse dello Stato.

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Il regolare andamento dello Spread, la presenza di Bot, dell'Euribor, dell'Irs, dello Spread Bund sono ad esempio importantissimi per l'economia di una Nazione e per la borsa così come la presenza dei Titoli di Stato, utilissimi nei casi di crisi a risanare il debito. Oltre alla presenza dei vari Ministeri che regolano tutte le attività culturali, politiche e sociali Italiane esistono inoltre delle società importantissime e fondamentali a livello economico e tributario.

Equitalia è formata da diverse società quali: Equitalia Servizi, Equitalia Giustizia e tre Agenti territoriali che si occupano della riscossione. A capo di Equitalia c'è la società Equitalia S.p.a. La Sicilia ha la sua società distaccata per la riscossione dei tributi che si chiama Riscossione Sicilia S.p.a.

Si tratta di una società a carattere pubblico che si occupa di riscuotere a livello nazionale tutti i tributi degli italiani. Equitalia è del 51% di proprietà dell'Agenzia delle Entrate e per il 49% fa parte dell'Inps.

La società ha dunque un ruolo ben preciso, ovvero quello di occuparsi di intascare i tributi che tutti i contribuenti italiani devono allo Stato. La sua funzione si estende infatti, come già accennato, a tutto il territorio italiano ad esclusione della Sicilia, che ha il suo organo di riscossione tributaria.

Il Gruppo Equitalia si occupa di riscuotere diversi tipi di tributi quali l'ICI e tutto quello che viene pagato mediante Modello F23, nonché i pagamenti effettuati tramite cartelle specifiche. Equitalia ha inoltre anche una funzione prettamente strategica e di controllo, utile principalmente a regolarizzare ed evitare pesanti situazioni di evasione fiscale che potrebbero ledere l'economia dell'Italia.

Servizi di Equitalia: la società pubblica che si occupa della riscossione dei tributi

Per coloro intende comprendere appieno tutte le dinamiche relative all'economia di un Stato, compreso quello Italiano, è necessario tenere in considerazione diversi valori e indici che sono in grado di regolarizzare il bilancio di una nazione favorendo inoltre anche il buon andamento della borsa nazionale e internazionale.

La regolarizzazione di Indici come lo Spread o lo Spread Bund sono dunque utili non solo per arginare e ridurre la crisi economica all'interno di uno Stato ma anche per effettuare dei buoni e reddittizi investimenti personali. Anche i Titoli di Stato sono poi importantissimi per risanare il debito pubblico.

Esistono inoltre in Italia degli Istituti pubblici, oltre alla presenza dei Ministeri e dei vari rappresentati dello Stato italiano, che si occupa della riscossione di ogni genere di tributo sul territorio nazionale. La società che in Italia si occupa di questo si chiama Equitalia.

La struttura del Gruppo 

Il Gruppo Equitalia che si occupa della riscossione tributaria su tutto il territorio nazionale, esclusa la Sicilia che ha il suo organo chiamato Riscossione Sicilia S.p.a., è una vera e propria società che ha carattere non privato, bensì pubblico, che è del 49% dell'Inps e per il restante 51% dell'agenzia delle Entrate.

Fanno parte del Gruppo, che offre numerosi servizi Equitalia: il maggior azionista e capo del gruppo società Equitalia S.p.a., Equitalia Servizi, Equitalia Giustizia e e tre Angenti che riscuotono i tributi in tutta Italia.

I servizi Equitalia offerti sono diversi e riguardano sia gli Angenti della riscossione che i vari enti presenti sul territorio nazionale; molti sono poi rintracciabili ed utilizzabili direttamente online. Tra i servizi Equitalia per gli agenti ci sono: il Lampo Adr che agevola la gestione dei provvedimenti di riscossione direttamente online relativi all'Inps, all'Inail e all'Erario; tantissimi servizi di assistenza clienti, elaborazione e stampa di documenti.

I servizi Equitalia dedicati agli enti sono infine, tra gli altri: il servizio provvedimenti via web che è nato per aiutare l'ente ad emettere e gestire in modo corretto provvedimenti di vario genere; l'assistenza clienti, il Servizio Gestione Enti (SGE), il Servizio invio dati, il Monitoraggio Minute, servizi vari relativi alla ricezione dei dati ecc.

Aprendo la cassetta della posta, possiamo rischiare l'infarto trovandoci di fronte una cartella esattoriale Equitalia. Riprendiamo il fiato, perchè a quanto pare, una cartella inviata per posta può considerarsi tranquillamente nulla: infatti la Sent. CTP di Milano, 75/26/11 della Commissione Tributaria Provinciale di Milano ha stabilito la nullità di una cartella Equitalia inviata per posta raccomandata, in quanto tali atti devono essere notificati da figure giuridicamente preposte a tale incarico.

Impugnare una cartella esattoriale 

Se invece abbiamo ricevuto in maniera giuridicamente corretta la notifica di cartella esattoriale, possiamo procedere alla sua impugnazione, facendo ricorso all'Autorità giudiziaria secondo i termini di legge previsti. Come fare?

Innanzitutto è necessario conoscere i motivi per cui è possibile contestare un provvedimento di questo tipo, in quanto potrebbe presentare dei vizi di forma propri. Innanzitutto, potrebbe esserci un errore di persona, oppure potrebbe contenere un errore di calcolo.

I vizi di forma delle cartelle

Altri vizi di forma dovuti alla disattenzione di Equitalia possono essere la mancata indicazione del responsabile del procedimento nei nostri conformi, oppure può mancare l'indicazione della motivazione della notifica; in certi casi, possono essere stati omessi gli estremi dell'atto di accertamento.

In ogni caso, il provvedimento preso nei nostri confronti deve essere recapitato solo dopo una precedente notifica del verbale di accertamento. Questo significa che prima di ricevere una qualsiasi cartella esattoriale, l'Amministrazione deve avvisare il contribuente, che ha l'obbligo di pagare una determinata somma.

Occhio ai termini di prescrizione!

Pertanto, se la notifica di accertamento non è stata recapitata, sarà possibile impugnare la cartella indicando fra le motivazioni la non sussistenza del debito stesso, in quanto il contribuente non è entrato a conoscenza dell'obbligo di pagamento del debito. Stesso discorso in caso esistano vizi di forma sulla notifica stessa, oppure se la cartella esattoriale è stata notificata andando oltre i termini di prescrizione e decadenza indicati dalla legislazione in merito.

Cancellazione dell'ipoteca Equitalia

L'ipoteca fotocopia un diritto reale di cauzione su un qualcosa di proprietà altrui (che funge da garanzia per un credito). Si discerne dal pegno per l’oggetto, che può essere:

  • beni immobili
  • diritti reali minori sugli immobili· beni mobili iscritti in pubblici registri

Per ipoteca fiscale si intende invece quella forma di ipoteca legale iscritta sui beni del debitore, da parte del concessionario per la riscossione (per raggiungere il recupero delle somme dovute all'Ente impositore).

Iscrizione ipoteca Equitalia e limiti

Anche nei casi di iscrizione dell'ipoteca Equitalia, così come nei casi di bollette insolute per i più disparati motivi, ci troviamo spesso di fronte ad atti vessatori ed ingiustificati accompagnati dalla nota cordialità e comprensione dei soggetti in campo. Posto che i casi in cui il debito che ci viene contestato sia totalmente infondato sono molto rari, è sempre bene conoscere i limiti e i doveri della controparte ed i nostri diritti. Innanzitutto le sezioni Unite della Suprema Corte hanno di recente fissato ad almeno 8.000 euro il debito per il quale Equitalia ha facoltà di iscrivere ipoteca (sent. 4077/2010 successivamente recepita nella L. 73/2010), in quanto, secondo la Cassazione, l’iscrizione ipotecaria è atto preordinato e strumentale all’espropriazione immobiliare e, come tale, soggiace ai limiti previsti dalla legge per quest’ultima, limiti che, per l’appunto, vietano di iscrivere l'ipoteca per debiti inferiori agli 8.000 euro. Il limite è aumentato a 20.000 se l’immobile oggetto ipoteca da parte di Equitalia è abitazione principale del debitore.

Inoltre non è possibile procedere se essa non viene preceduta da una intimazione scritta al pagamento da parte della stessa Equitalia e notificata al debitore. Parimenti non è più possibile, fortunatamente, a dispetto del passato, l'intervendo senza darne notizia al debitore. Sono quindi finiti i tempi in cui si scoprivano ipoteche sulle nostre case in maniera del tutto casuale, magari chiedendo un finanziamento in banca.

Iscrizione dell'ipoteca Equitalia ed impugnazioni

E’ possibile impugnare l’iscrizione, qualora non vengano rispettati da parte dell’agente di riscossione i limiti su descritti. Tempistiche e modalità dell’impugnazione, assieme all’individuazione del giudice competente, sono correlati sia al tipo di vizio su cui è fondata l’impugnazione, sia al tipo di credito su cui è fondata.

E’ utile specificare che i diversi termini per proporre impugnazione iniziano la loro decorrenza dal momento della notifica da parte di Equitalia; qualora manchi questo presupposto, è possibile proporre impugnazione in qualunque momento.

Nel caso in cui un cittadino italiano riceva una cartella esattoriale, sarà costretto a pagare entro i termini indicati, pena la possibilità, da parte di Equitalia, di iscrivere l'ipoteca sugli immobili del debitore. In quali casi si rischia l'ipoteca sugli immobili, e quali sono le norme che regolano l'iscrizione? Proviamo a fare chiarezza, perchè i casi variano a seconda della cifra per cui si è debitori nei confronti dell'Agenzia delle Entrate.

Norme che regolano l'iscrizione

Secondo quanto riportato nell''articolo 77 del D.P.R. 602/73, la società Equitalia ha l'obbligo di iscrivere l'ipoteca sugli immobili del debitore: questo perchè tale società, operante sul territorio italiano, ha ricevuto dallo Stato il mandato di società agente di riscossione.

Naturalmente l'essa deve avvenire secondo determinate procedure; per conoscere i limiti di “mandato”, basta studiare una delle ultime leggi che regolano il comportamento della società, in vigore dal Luglio 2011. Si tratta della Legge di conversione 12 luglio 2011, n. 106, con modificazioni, del Decreto Legge Sviluppo n. 70 del 13 maggio 2011.

I diritti del cittadino

Ma l'iscrizione vale per tutti i tipi di debito? Assolutamente no, per questo è possibile procedere coi ricorsi. Per i debiti fino a 2000 euro, infatti, sono previste misure cautelari: ad esempio, in caso di mancato pagamento di una multa, è prevista l'ipoteca ed il fermo del veicolo, ma solo dopo l'assenza di risposta a due solleciti di pagamento, inviati a sei mesi di distanza l'uno dall'altro.

La legge precedente quella del 2011, prevedeva l'iscrizione senza necessità di comunicazione. A seguito di sentenze contrastanti, relative alla legittimità di questo tipo di procedimenti nei confronti dei soggetti debitori, si è giunti ad una legge, la 106/2011 che ha chiarito l'argomento, anche se c'è ancora confusione in merito a quelle effettuate prima dell'entrata in vigore della stessa.

La possibilità di effettuare la cancellazione dell'ipoteca è garantita dall'articolo 2878 del codice civile. I presupposti della cancellazione sono innanzitutto l'estinzione del debito a cui è collegata l'ipoteca, e la rinuncia da parte del creditore (banca o istituto di credito) all'ipoteca; in caso di mutuo ipotecario, è determinata dal termine del mutuo.

Un ultimo fattore determinante la cancellazione dell'ipoteca è il decorso dei 20 anni previsti dal contratto stesso oppure la distruzione della proprietà ipoteca o il suo esproprio da parte del tribunale.

Cancellazione volontaria

Grazie alla legge Bersani è possibile eliminare l'ipoteca in modalità automatica, senza intervento di notai. Quando viene estinto il mutuo, cioè, la banca stessa va ad effettuare la comunicazione all'Agenzia delle entrate, entro 30 giorni dall'estinzione. Questo va a determinare l'azzeramento di ogni ulteriore spesa bancaria da parte del cliente, dopo il pagamento di una somma pari a circa 500 euro.

Cancellazione ipoteca giudiziaria

Se l'ipoteca è definita in base alla disposizione di un giudice, la cancellazione della stessa deve per forza di cosa avvenire attraverso una procedura di tipo giudiziaria, attraverso il passaggio per il tribunale.

E' importante monitorare questa attività, in quanto può subire notevoli ritardi prima che essa si realizzi in toto. Basta in parte controllare la situazione consultando il Registro delle Comunicazioni dell'Agenzia delle entrate.

La modulistica di equitalia propone varie possibilità di rateazione per i contribuenti che si trovino in condizioni di obiettiva difficoltà, vediamo nello specifico le diverse tipologie.

Nei casi di persone fisiche e titolari di ditte individuali in regimi fiscali semplificati, la modulistica di Equitalia richiede la presentazione della certificazione I.S.E.E. relativa al proprio nucleo familiare, che può essere rilasciata da Comuni, da centri autorizzati di assistenza fiscale C.A.A.F, da Amministrazioni Pubbliche erogatrici di prestazioni sociali agevolate, e dall’ I.N.P.S.

La modulistica per le persone fisiche e giuridiche fino a 20.000 euro

Relativamente ai contribuenti che debbano versare importi fino a 20.000 euro, la modulistica di Equitalia propone un’istanza di rateazione con cui poter dilazionare fino a un massimo di 48 rate e l’importo di ciascuna rata non potrà essere inferiore a 100 euro.

Documenti e moduli

Per ditte individuali con regimi fiscali semplificati e importi superiori a 20.000 euro

In riferimento ai casi di ditte individuali con regimi fiscali semplificati, per importi superiori a 20.000 euro, la relativa istanza di rateazione prevede che il contribuente dichiari l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (I.S.E.E.) del suo nucleo familiare, nonché la situazione della propria dittà che potrà essere:

  • In Regime di contabilità semplificata per le imprese minori di cui all’art. 18 del DPR n. 29.12.1973, n. 600
  • In Regime fiscale dei cd. “contribuenti minimi” di cui all’art. 1, commi da 96 a 117 della legge 24.12.2007, n. 244.

I moduli per le società di capitali oltre 20.000 euro

In riferimento a Società di capitali, Società cooperative, Mutue assicuratrici, Consorzi con attività esterna, nei casi di importi superiori a 20.000 euro, è possibile richiedere grazie agli appositi moduli di equitalia la dilazione in rate delle cartelle di pagamento, allegando la documentazione attestante la temporanea situazione di obiettiva difficoltà.

In particolare, per le società a responsabilità limitata dotate di organo di controllo contabile, le società per azioni, le società in accomandita per azioni ed i consorzi con attività esterna, le società a responsabilità limitata prive di organo di controllo contabile, le società cooperative e le mutue assicuratrici dotate di organo di controllo contabile, nonché le società cooperative e le mutue assicuratrici prive di organo di controllo contabile, si dovrà allegare il prospetto per la determinazione dell’Indice di Liquidità e dell’Indice Alfa, la visura camerale aggiornata, nonché una copia dell’ultimo bilancio approvato e depositato presso l’Ufficio del Registro delle Imprese.

Richiesta rateazione Equitalia

Per i debiti superiori ai 20.000 euro, invece, la rateazione Equitalia verrà concessa previa verifica dell’effettiva difficoltà economica temporanea del debitore, tenendo conto anche dell’importo del debito da saldare. Il debitore, privato cittadino o azienda che sia, dovrà quindi fornire documenti atti a dimostrare che non gli è possibile estinguere il debito in un’unica soluzione.

Modalità e tempi

Con il decreto legge n° 16/2012, il Governo ha diversificato le modalità di estinzione della rateazione Equitalia. Difatti il debitore potrà chiedere che la rateazione Equitalia non avvenga a rate costanti, ma a rate variabili che aumentino annualmente. I piani di rateazione Equitalia a rata costante già sottoscritti al 2 Marzo 2012, non potranno essere però modificati.

E’ previsto un massimo di 72 rate mensili per debito contratto, con una rata mensile minima di euro 100, in cui verranno calcolati anche gli interessi di mora e i compensi di riscossione. Precedentemente era previsto che al mancato pagamento di due rate, anche non consecutivamente, il piano di rateazione Equitalia decadesse, con tutte le conseguenze del caso.

Di recente è invece stata mutata la disciplina, che ora prevede che il decadimento della rateazione Equitalia avvenga solo nel caso in cui l’omissione di due rate del debito sia consecutiva. Importante specificare che l’adesione ad un paio di rateazione Equitalia, impedisce all’agente di riscossione di iscrivere ipoteche sugli immobili del debitore.

Condono fiscale 2021 e stralcio cartelle: di cosa si trattava

La Sanatoria Equitalia aveva l'obiettivo di agevolare coloro che hanno subito maggiormente la crisi economica causata dalla pandemia. Il condono fiscale 2021, approvato dal governo Draghi, è diventato realtà tramite una nuova circolare dell'Agenzia delle Entrate, nella quale sono stati stabiliti i requisiti d'accesso necessari per usufruire di questa forma di cancellazione delle cartelle fino a 5.000 euro, le quali possono essere completamente eliminate.

La sanatoria Equitalia 2021, o condono fiscale, cancella automaticamente le cartelle esattoriali pendenti e non ancora riscosse. Queste sono le cartelle che sono state notificate agli interessati negli anni precedenti ma che finora non erano state pagate né volontariamente né attraverso la riscossione coattiva.

Ci sono alcuni limiti: il condono annulla le cartelle al di sotto dei 5.000 euro risalenti agli anni 2000-2010, con alcune eccezioni. Sono escluse dall'azzeramento i recuperi di aiuti di Stato, le risorse proprie dell'Unione Europea, come i dazi e l'IVA all'importazione, così come le somme riscosse dagli enti locali territoriali.

Tuttavia, il limite di importo di 5.000 euro non si riferisce all'intera cartella, ma ai singoli carichi contenuti al suo interno, considerando solo il capitale e non gli interessi di mora e le spese di procedura. L'Agenzia delle Entrate afferma inoltre che se ci sono più carichi iscritti a ruolo, verrà considerato l'importo di ciascuno, e se nessuno di essi supera i 5.000 euro, allora l'annullamento riguarderà tutti i carichi.

Per comprendere meglio questo aspetto, ecco un esempio: se una cartella contiene i seguenti carichi e importi: IRPEF 3.000 euro, IVA 2.000 euro, IMU 1.000 euro, una tassa di 700 euro e 11 sanzioni da 300 euro ciascuna per multe (ad esempio, violazioni del Codice della Strada), il totale della cartella sarà di 10.000 euro. Tuttavia, il limite del condono riguarda ogni singolo carico, e poiché nessuno di essi supera i 5.000 euro, tutti questi debiti verranno cancellati.

Ma chi poteva accedere al saldo e stralcio automatico di queste cartelle? Potevano accedervi solo quei contribuenti, sia persone fisiche che società di persone e capitali, che avevano conseguito un reddito imponibile inferiore a trentamila euro nell'anno 2019.

Tutti coloro che possedevano un reddito superiore a trentamila euro per quell'anno erano automaticamente esclusi dalla Sanatoria Equitalia 2021 e non potevano usufruire di questo vantaggio.

Per individuare i redditi delle persone fisiche, si optava per l'analisi delle Certificazioni Uniche 2020 e delle dichiarazioni presentate nel 2020 tramite il Modello 730 o il Modello dei Redditi.

L'Agenzia delle Entrate aveva queste informazioni nei propri database già dal 14 luglio dello scorso anno. L'Agenzia comunicava, attraverso un flusso telematico, con la sezione responsabile della riscossione, fornendo codici fiscali e dati reddituali dei contribuenti. Questo permetteva di individuare facilmente coloro che rientravano nella soglia e potevano beneficiare del condono, e quelli che invece erano esclusi perché superavano i limiti sopra menzionati.

L'annullamento dei debiti veniva effettuato in modo automatico dall'Agenzia delle Entrate, senza alcuna necessità di richiesta da parte del contribuente. Il contribuente doveva solo verificare sul sito dell'Agenzia o presso lo sportello se la propria cartella fosse stata cancellata, consultando la propria situazione debitoria.

A tal fine, era possibile utilizzare il servizio di "verifica stralcio", messo a disposizione dei contribuenti, che consentiva loro di richiedere l'inoltro dei bollettini relativi agli importi da pagare al netto dei debiti annullati.

Con la sostituzione di Equitalia da parte dell'ente Agenzia delle Entrate-Riscossione, sono state introdotte anche alcune novità per le cartelle provenienti dall'ex Equitalia che si riteneva non fossero dovute. È stato possibile richiedere direttamente all'ente pubblico creditore, come l'Agenzia delle Entrate, l'INPS o le amministrazioni comunali, l'annullamento del debito. In questo caso, si doveva agire in "autotutela", come menzionato in precedenza.

La procedura prevedeva che l'utente agisse in autotutela nei confronti dell'ente creditore per correggere eventuali errori. Una volta riconosciuto e rettificato l'errore, l'ente annullava tutto o parte del debito e inviava all'ex Equitalia (ora Agenzia delle Entrate-Riscossione) l'ordine di annullamento del debito, chiamato "sgravio". L'agenzia a sua volta cancellava l'importo erroneamente richiesto nella cartella.

Un'altra opzione era quella di presentare un ricorso per le cartelle Equitalia all'autorità giudiziaria per richiedere l'annullamento delle cartelle. All'interno della stessa cartella esattoriale erano indicati i passaggi per avviare il ricorso e a quale giudice rivolgersi. Questa procedura era più complessa rispetto alla precedente e comportava dei costi aggiuntivi. Era anche possibile rivolgersi al Garante del Contribuente tramite una semplice richiesta scritta nel caso di irregolarità.

Per ottenere ulteriori informazioni su come difendersi nel caso di ricezione di cartelle Equitalia non dovute e per l'annullamento del debito, era possibile consultare il sito internet dell'Agenzia delle Entrate-Riscossione e cercare "Annullamento del debito". Qui si poteva verificare la propria situazione, i pagamenti effettuati e, se del caso, anche i rimborsi spettanti.

È importante ricordare che alcuni limiti di tempo per presentare un ricorso per le cartelle Equitalia non dovute sono cambiati. Restavano 60 giorni dalla notifica per addebiti dovuti allo Stato, alle Regioni e agli enti locali (Province e Comuni); invece erano di 40 giorni per le cartelle relative ai contributi previdenziali e assistenziali (ad esempio, INPS o INAIL); infine, erano di 30 giorni per altre tipologie di cartelle esattoriali o sanzioni amministrative, comprese le multe stradali.

Impugnare le cartelle

In via stragiudiziale

Impugnare le cartelle di Equitalia è, in questo periodo, argomento scottante e di grande interesse per tutti. Quanti di noi hanno ricevuto cartelle Equitalia? La protesta nei confronti del “grande esattore” monta sempre più, sfociando in alcuni casi in pericolose derive. Ma è possibile difendersi dallo stillicidio Equitalia con metodi democratici e legali.

Capita sovente di finire nell’ingranaggio esattoriale ingiustamente ed è quindi utile sapere come muoversi in questi casi.

Impugnare cartelle di Equitalia è possibile in via giudiziale, con formale impugnazione della cartella, ed in via stragiudiziale, ovvero contattando direttamente l’ente creditore.

Impugnare cartelle Equitalia in via stragiudiziale, in realtà non è una vera impugnazione, ma una contestazione informale; è possibile in quei casi di errore macroscopico ed evidente risultante dalla cartella: per esempio scambio di persona o errore evidente di calcolo o qualora vengano ad esigere tributi che abbiamo già pagato. In questo caso, prima di attivare la macchina della giustizia, è possibile contattare direttamente l’ente creditore per far presente l’errore.

I vantaggi di questo tentativo sono evidenti, in quanto se andrà a buon fine, ci eviterà la trafila giudiziale con tutti i costi che essa comporta, sia in termini di tempo che in termini economici. E’ quindi sempre consigliabile in presenza di errori palesi, attivare un canale diretto con l’ente creditore e, nel caso si riveli infruttuoso, procedere formalmente ad impugnare la cartella Equitalia.

In via giudiziale

Generalmente è possibile impugnare cartelle Equitalia in presenza di vizi formali propri o di notifica. Le tempistiche per impugnare cartelle Equitalia variano al variare del contenuto della cartella stessa: per le imposte sui redditi, tasse automobilistiche ed imposte di registro, il termine per impugnare le cartelle Equitalia è di 60 giorni a decorrere dal momento della notifica della cartella stessa e l’impugnazione è da presentare al giudice tributario presente nella commissione provinciale tributaria. .

Nei casi di sanzioni amministrative il termine scende a 30 giorni e l’impugnazione è da presentare al giudice ordinario. Infine nei casi di cartelle riguardanti questioni previdenziali il termine è di 40 giorni e ci si deve rivolgere al giudice del lavoro.

La giurisprudenza degli ultimi anni, ha fissato il principio secondo il quale se la cartella Equitalia non è preceduta dalla notifica del verbale di quanto è dovuto, nell’impugnare le cartelle Equitalia, possiamo contestualmente contestare il contenuto stesso di quanto ci viene richiesto.

Premesso che Equitalia svolge un ruolo difficile, soprattutto in questo momento di forte crisi economica, è possibile difendersi nelle sedi opportune ed impugnare cartelle Equitalia palesemente ingiuste, e non sono pochi i casi.

Il leviathano della burocrazia e della riscossione tributaria, non ha occhi per discernere dove è più opportuno colpire e dove sarebbe meglio evitare l’accanimento. Purtroppo nel calderone finiscono tanto i grandi evasori, cui nulla costerebbe il pagamento di quanto dovuto, quanto l’operaio cassintegrato, per il quale, oggi, pagare il canone Rai equivale a fare dei pasti in meno.

Cosa prevedeva il decreto rottamazione delle cartelle esattoriali

Il decreto prevedeva, innanzitutto, la riammissione dei contribuenti che erano decaduti nei termini dai provvedimenti precedenti denominati "Rottamazione - Ter" e "Saldo e Stralcio". Ciò significa che i contribuenti che non avevano effettuato il pagamento delle rate originariamente previste nel 2020, in base a quanto stabilito dalla legge di conversione del Decreto n. 106/2021, nota come "Sostegni-Bis", erano nuovamente ammessi alle agevolazioni e alla rottamazione delle cartelle esattoriali. Le scadenze originariamente previste erano entro il 31 luglio, 31 agosto, 30 settembre e 31 ottobre 2021.

Di conseguenza, il provvedimento stabiliva che tutte le rate del 2020 per la rottamazione delle cartelle esattoriali e il saldo e stralcio dovevano essere pagate entro il 30 novembre 2021. Entro la stessa data, al fine di non perdere i benefici e le agevolazioni, era necessario versare anche le rate del piano di rateazione previste per l'anno 2021.

L'articolo 2 del decreto 146/2021 aveva stabilito il prolungamento a 150 giorni, anziché 60 giorni, dalla notifica di ingiunzione di pagamento per l'adempimento spontaneo e senza mora delle cartelle di pagamento. Questa disposizione era valida per le cartelle che sarebbero state notificate dal 1° settembre al 31 dicembre 2021. Oltre a concedere un termine aggiuntivo di 3 mesi per il versamento e il pagamento del debito nei confronti dell'ente fiscale, non sarebbero state applicate morosità entro questo periodo e l'agente di riscossione non avrebbe potuto procedere al recupero del debito prima della scadenza dei 150 giorni.

A seguito dell'emergenza pandemica da Covid-19, i piani di rateizzazione per le attività di riscossione delle cartelle erano stati sospesi a partire dall'8 marzo 2020. Per coloro che avevano avuto il piano di rateizzazione sospeso, si prevedeva un'estensione del numero delle rate da 10 a 18 in caso di mancati pagamenti. Per i residenti nella cosiddetta "zona rossa", la sospensione decorreva già dal 2 febbraio 2020. Di conseguenza, i termini di decadenza della dilazione erano già scaduti.

Al fine di venire incontro agli interessati e far valere la nuova agevolazione, i termini di rateizzazione erano stati prorogati dal 30 settembre al 31 ottobre 2021. La decadenza sarebbe intervenuta in caso di mancato pagamento di 10 rate.

Per il piano di rateizzazione a partire dal 1° gennaio 2022, la decadenza sarebbe subentrata dopo il mancato versamento di 5 rate, come originariamente stabilito.

L'Agenzia delle Entrate, con la circolare n. 11/E, forniva uno schema riepilogativo delle scadenze relative solo allo stralcio:

  • 30 settembre 2021: segnalazione dei codici fiscali che rimangono fuori per superamento del requisito reddituale;
  • 31 ottobre 2021: l'agente della riscossione procedeva con l'annullamento automatico dei debiti;
  • 15 novembre 2021: l'agente della riscossione presentava al Ministero dell'Economia e delle Finanze la richiesta di rimborso delle spese di notifica della rottamazione delle cartelle esattoriali;
  • 31 dicembre 2021: versamento della prima rata del rimborso delle spese di notifica;
  • Entro il 30 giugno 2022: versamento della seconda rata del rimborso delle spese di notifica.

Autore: Avvocato Giacomo Locopo

Immagine di Giacomo Locopo

Nato a Catania il 25 febbraio 1970, l'avvocato ha conseguito la laurea in Giurisprudenza presso l'illustre Università degli Studi La Sapienza di Roma. Attualmente, è iscritto all'Albo dell'Ordine degli Avvocati nella città di Palmi, dove esercita la professione legale con competenza e dedizione.